ATTUALITA

2023.12.05 – COME I ROTHSCHILD FINANZIARONO L’UNITA’ D’ITALIA.

La storia tradizionale ci descrive l’Unità d’Italia e il risorgimento come una concomitanza di plebisciti, moti spontanei.
Fu davvero così l’unificazione?

La realtà delle cose è alquanto diversa.
A dare forza e contributo all’espansione sabauda nella penisola italiana furono massicci finanziamenti (a debito) della famiglia Rothschild; il motore del Risorgimento fu in sostanza il denaro.
Il Regno di Sardegna diventò fortemente indebitato, al punto tale da dover trovare un modo per coprire il buco di bilancio causato dai prestiti dei Rothschild. Cavour aveva attuato grandi riforme nel paese, da strade a industrie e ferrovie.
Ma questo non bastò.
Serviva un conflitto per espandere i confini e aumentare gli introiti con cui ripagarsi i debiti finanziari: l’Unità d’Italia sarebbe stato il pretesto perfetto.

Il mio Podcast “Storie di Geopolitica” (sulle principali piattaforme di podcasting): https://open.spotify.com/show/3UiVY0f… SUPPORTA IL CANALE:   / novalectio   La community Nova Lectio: Instagram: https://www.instagram.com/novalectio/… Discord (Circolo di Mecenate): https://discordapp.com/invite/aP83NYK Fonti utilizzate: 1) Barbagallo (2001), The Rothschilds in Naples. 2) Bixio, Epistolario di Nino Bixio (1871-1873) 3) Bua (2013), Filippo Curletti. Un criminale al servizio di Cavour 4) Cameron (1957), French Finance and Italian Unity: The Cavourian Decade. 5) Romeo (2012), Cavour e il suo tempo 6) Schneid, The Second War of Italian Unification 1859–61

2023.12.01 – IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO – QUESTA OSCE NON SERVE PIU’ A NIENTE!

Discorso del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergej Lavrov alla 30a riunione del Consiglio dei Ministri dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, Skopje, 30 novembre 2023, ore 16:18

Tra poco più di un anno sarà il cinquantesimo anniversario dell’Atto finale di Helsinki. A questo proposito, mi dispiace ammettere che l’OSCE si avvicina a questo anniversario in uno stato deplorevole e che le sue prospettive rimangono poco chiare. Dopo la fine della Guerra Fredda e il conseguente scontro ideologico si è presentata un’occasione storica per sfruttare al massimo il potenziale unificante dell’OSCE e per trasformare l’Organizzazione in una piattaforma per la più ampia cooperazione paneuropea, un elemento centrale nella formazione di un’architettura inclusiva di pari diritti in Europa e nell’area euro-atlantica e di sicurezza indivisibile in tutte e tre le dimensioni. Nell’ambito del “paniere” politico-militare, gli Stati partecipanti hanno adottato una serie di documenti fondamentali volti a creare un’Europa senza divisioni – nel senso più ampio del termine, e a sancire l’inammissibilità del rafforzamento della propria sicurezza a scapito della sicurezza altrui. Tra questi figurano la Carta di Parigi per una Nuova Europa (1990), la Carta per la sicurezza europea (1999) e la Dichiarazione di Astana (2010). La Russia, da parte sua, ha compiuto ogni sforzo per raggiungere i nobili obiettivi sopra menzionati. Questo è esattamente lo scopo a cui miravano le nostre numerose iniziative, compresa la conclusione del Trattato di sicurezza europeo e la creazione di uno spazio di sicurezza comune basato sulla cooperazione. Sfortunatamente, le élite politiche occidentali, che si sono arrogate il diritto di decidere i destini dell’umanità, hanno fatto una scelta miope non a favore dell’OSCE, ma a favore della NATO. A favore della filosofia del contenimento, dei giochi geopolitici a somma zero e della logica padrone-seguace. Una delle componenti chiave di questa linea è stata la sconsiderata espansione del blocco verso est, iniziata dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia. Anche se, a quanto pare, la fine dello scontro bipolare ha privato l’Alleanza del Nord Atlantico del significato della sua esistenza. Gli Stati della NATO e dell’UE hanno distrutto con le proprie mani la dimensione politico-militare dell’OSCE. Nel 1999, la NATO ha commesso un atto di aperta e brutale aggressione contro la Jugoslavia, membro dell’OSCE e dell’ONU. Nel 2008, in violazione della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell’ONU e del principio dell’inviolabilità dei confini in Europa sancito dall’Atto finale di Helsinki, il Kosovo è stato confiscato alla Serbia senza alcun referendum. Gli stessi Stati della NATO che partecipano all’OSCE, al vertice dell’alleanza di Bucarest nel 2008, hanno “attirato” Tbilisi e Kiev ad aderirvi. L’obiettivo era semplice e senza pretese: metterli contro la Russia. Saakašvili, salito al potere a seguito della “Rivoluzione delle Rose” sostenuta dall’Occidente, ha adempiuto immediatamente alla carta bianca assegnatagli a Bucarest – nell’agosto dello stesso 2008, ordinando il bombardamento delle città dell’Ossezia del Sud e attaccando le posizioni delle forze di pace presenti con il consenso dell’OSCE. Questa provocazione è stata preparata dagli Stati Uniti, che hanno lanciato il programma “Addestra ed arma” in Georgia. Ciò che Washington ha “insegnato”, Saakašvili lo ha obbedientemente eseguito. Per creare una testa di ponte anti-russa in Ucraina, ci è voluto molto di più: un sanguinoso colpo di Stato nel 2014 e otto anni di operazioni punitive contro la popolazione del Donbass con l’incoraggiamento dell’Occidente e in violazione del “Pacchetto di misure” di Minsk approvato dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Vorrei ricordare ancora una volta le ciniche ammissioni dell’ex cancelliere tedesco Angela Merkel, degli ex presidenti di Francia e Ucraina François Hollande e Pëtr Porošenko secondo cui avevano bisogno degli accordi di Minsk non per il bene della pace in Ucraina, ma solo per dare al regime di Kiev il tempo di sviluppare le proprie capacità militari contro la Russia. Tra i tentativi contrastati di risolvere i problemi acuti del nostro continente secondo i principi dell’OSCE c’è il “memorandum di Kozak”, che avrebbe potuto risolvere in modo affidabile la situazione in Moldavia 20 anni fa. Bruxelles della NATO e dell’UE hanno poi silurato senza troppe cerimonie il documento già siglato da Kišinëv e Tiraspol’. Ora viene soppresso anche il formato “5+2”, l’ultima cosa rimasta degli sforzi congiunti per la soluzione della Transnistria. La Moldavia, infatti, è destinata a diventare la prossima vittima della guerra ibrida scatenata dall’Occidente contro la Russia. Ogni Paese in cui sono ora attivi emissari occidentali, fondi e le cosiddette ONG, vale la pena che ci pensi.

TRATTO DA QUI

2023.11.30 – PFIZER: EMA PUBBLICA INGREDIENTI SHOCK!

Sul sito ufficiale dell’Ente Europeo del Farmaco (EMA) è pubblicato il documento sulle caratteristiche del siero, spacciato dai mass-media come vaccino, Biontech.

Il documento presenta al punto 6 della pagina 16 (allegata) due particolari ingredienti: ALC-0315 e ALC-0159, prodotti da Echelon Biosciences Inc.

Come si può leggere nel documento ufficiale di Echelon e come evidenzia la foto allegata, il prodotto ALC-0315 è solo per “uso di ricerca e non per uso umano”. Pertanto, la conclusione è abbastanza semplice.

I sieri genetici Biontech Pfizer e Moderna non possono essere somministrati all’uomo.

Pertanto:

– Perchè l’Ordine dei Medici Italiani, non l’ha notificato al Popolo Italiano e tanto meno alle FFOO?

– Perchè questa notizia arriva da un comune cittadino rispettoso della Costituzione Italiana e dell’altrui vita e non arriva dall’Ordine dei Giornalisti?

– Perchè gli scientisti televisivi non hanno comunicato ai propri concittadini questa preziosa informazione?

Perchè non hanno avuto nememno un ravvedimento sul piano umano verso i bambini?

Se un comune cittadino ha letto questa informativa perchè non l’hanno fatto gli addetti ai lavori?

Eppure hanno avuto quasi 2 anni per divulgare la notizia.

Questa omissione volontaria DEVE trovare risposta dall’Organo di Stato indipendente che corrisponde alla “Magistratura”.

Se vi chiedete perchè un comune e semplice cittadino l’abbia fatto, non devete fare altro che continuare a leggere quanto segue:

<< Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione. >>

Fonte: Ficcanaso News
Fonte: EMA (European Madicines Agency)
Fonte: Echelon for ALC-0159 and ALC-031

https://t.me/robertoforcione

2023.10.09 – IL DISASTRO DEL VAJONT DEL 9 OTTOBRE 1963

e ancora le autorità d’occupazione straniere italiane vengono a pontificare in casa nostra:
In occasione dell’anniversario della tragedia, il presidente dello stato straniero occupante i nostri territori e cioè il presidente della Repubblica italiana, ha partecipato alla cerimonia di commemorazione del disastro che fece 1.910 vittime.
Il capo dello Stato straniero italiano ha parlato di “pesanti responsabilità umane” … ma va!
(TRATTO DA QUI)

“Cassandra del Vajont”.
“Sciacalla”.
Così la definirono Giorgio Bocca e Indro Montanelli.
Ma Tina Merlin fu l’unica che ebbe il coraggio di denunciare fin da subito le responsabilità della SADE in quella che sarebbe poi stata una fra le più grandi catastrofi naturali causate dall’uomo…
(TRATTO DA QUI)

così ce lo racconta vikpedia:
Il disastro del Vajont si verificò la sera del 9 ottobre 1963, nel neo-bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont nell’omonima valle (al confine tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto), quando una frana precipitò dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del bacino alpino realizzato con l’omonima diga; la conseguente tracimazione dell’acqua contenuta nell’invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, coinvolse prima Erto e Casso, paesi vicini alla riva del lago dopo la costruzione della diga, mentre il superamento della diga da parte dell’onda generata provocò l’inondazione e distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra
cui Longarone, e la morte di 1.910 persone, tra cui 487 minorenni[2].
Le cause della tragedia, dopo numerosi dibattiti, processi e opere di letteratura, furono ricondotte ai progettisti e dirigenti della SADE, ente gestore dell’opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono la non idoneità dei versanti del bacino, a rischio idrogeologico. Dopo la costruzione della diga si scoprì infatti che i versanti avevano caratteristiche morfologiche (incoerenza e fragilità) tali da non renderli adatti ad essere lambiti da un serbatoio idroelettrico.
Nel corso degli anni l’ente gestore e i suoi dirigenti, pur essendo a conoscenza della pericolosità, anche se supposta inferiore a quella effettivamente rivelatasi, coprirono con dolo i dati a loro disposizione, con il beneplacito di vari enti a carattere locale e nazionale, dai piccoli comuni interessati fino al Ministero dei lavori pubblici…

Alle 22:39 del 9 ottobre 1963, circa 270 milioni di m³ di roccia[2][3][4] (un volume più che doppio rispetto a quello dell’acqua contenuta nell’invaso) scivolarono, alla velocità di 30 m/s (110 km/h), nel bacino artificiale sottostante (che conteneva circa 115 milioni di m³ d’acqua al momento del disastro) creato dalla diga del Vajont, provocando un’onda di piena tricuspide che superò di 250 m in altezza il coronamento della diga e che in parte risalì il versante opposto distruggendo tutti gli abitati lungo le sponde del lago nel comune di Erto e Casso, in parte (circa 25-30 milioni di m³) scavalcò il manufatto (che rimase sostanzialmente intatto, pur avendo subito forze 20 volte superiori a quelle per cui era stato progettato, seppur privato della strada carrozzabile posta nella parte sommitale) e si riversò nella valle del Piave, distruggendo quasi completamente il paese di Longarone e i comuni limitrofi, e in parte ricadde sulla frana stessa (creando un laghetto).[4] Vi furono 1910 vittime di cui[5] 1 450 a Longarone, 109 a Codissago e Castellavazzo, 158 a Erto e Casso e 200 originarie di altri comuni[6].
Lungo le sponde del lago del Vajont vennero distrutti i borghi di Frasègn, Le Spesse, Il Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana, San Martino, e la parte bassa dell’abitato di Erto[7]. Nella valle del Piave vennero rasi al suolo i paesi di Longarone, Pirago, Faè, Villanova, Rivalta, e risultarono profondamente danneggiati gli abitati di Codissago, Castellavazzo, Fortogna, Dogna e Provagna.
Vi furono danni anche nei comuni di Soverzene, Ponte nelle Alpi, nella città di Belluno a Borgo Piave, nel comune di Quero Vas, e nella borgata di Caorera dove il Piave, ingrossato dall’onda, allagò il paese e raggiunse il presbiterio della chiesa.
(TRATTO DA QUI)

Vajont, storia di un disastro annunciato (Video) - Internazionale

Per non dimenticare la tragedia del Vajont - Storie di chi

Un disastro evitabile

Per non dimenticare : 9 ottobre 1963 disastro del Vajont - Patronato ENASC

2023.09.12 – L’EURODEPUTATO CROATO MISLAV KOLALUSIC DENUNCIA IL PERICOLO PER L’UMANITA’.

L’eurodeputato croato Mislav Kolakušić:

“Vorrei informare brevemente i cittadini sul pericolo che si prospetta per l’umanità.
L’OMS vuole che tutti i Paesi firmino un accordo sul trasferimento dei poteri per dichiarare una pandemia, acquistare vaccini e farmaci.
Sarebbe più sano e sicuro per l’umanità firmare un accordo con il cartello della droga colombiano. Loro sì che conoscono le droghe.
Durante la pandemia di covid, l’OMS non ha fatto altro che mentire.
Dovrebbe essere dichiarata un’organizzazione terroristica.
Hanno mentito dicendo che c’era un nuovo virus sconosciuto, che si poteva fare un vaccino efficace, che il vaccino era efficace all’82%, che proteggeva da malattie gravi e dalla morte.
Tutto questo, ovviamente, era un’assurdità e una menzogna. Oggi l’OMS è più pericolosa per l’umanità del Forum economico mondiale.”
Per approfondire questa e altre notizie che i media italiani non vi racconteranno mai, bbonatevi al mio canale:
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2023.08.27 – L’INCREDIBILE CONFESSIONE DI STANLEY KUBRIC7K “GLI SBARCHI SULLA LUNA SONO TUTTI FALSI E LI HO FILMATI IO”, SIAMO NEL 1999.

STATE PROPRIO MENTENDO SU TUTTO.

tutto tratto da un post di Telegram:

Nel Maggio 1999 il regista T. Patrick Murray tira fuori una bomba. L’ultima intervista a quella che è considerata la più importante personalità di Hollywood, Stanley Kubrick.

🔺️In questo documento video l’anziano e provato regista confessa di aver girato i finti sbarchi sulla luna e che si tratti di una enorme frode perpetrata dal Governo e dalla NASA nei confronti dei popoli.

⚡️La notizia viene immediatamente smentita dai media mainstream e dai fact checker che fanno rilasciare dichiarazioni ad alcuni parenti del famoso regista attraverso le quali affermano di non ricordare interviste da parte di Murray a Kubrick e bollando il tutto come un falso.

🔻Per tutta risposta Patrick Murray afferma che l’intervista è originale e, ad oggi, non ha mai cambiato versione.

🔹️Noi ve la proponiamo, anche perché ci permette di indicare a seguito una serie di approfondimenti sulle ‘bufale spaziali’ che dovete assolutamente visionare.

▪️Come sempre a voi l’ultima parola, diteci cosa ne pensate.

 

 

17 AGOSTO 1571 – IL MARTIRIO DI MARCANTONIO BRAGADIN.

Tratto da un post di facebook

15 AGOSTO 1571. IL MARTIRIO DI MARCANTONIO BRAGADIN.
NESSUNA NAZIONE E NESSUN POPOLO HA MAI AVUTO EROI DI QUESTO VALORE
post di Antonella Todesco
ONORE AGLI EROI…
Nel 1537 Francesco I di Francia tratta positivamente con i Turchi un triste contratto che gli permette di colpire Carlo V per via di terra. Venezia ricusa la iniqua alleanza e non viene risparmiata dagli Ottomani.
Essi iniziano con l’ attacco di Corfù che viene difesa come posizione chiave, ma vengono perdute Sciro, Patmos, Egina, Stampallia e Paros, oltre agli attacchi continui a Napoli di Romania e di Morea.
Venezia stringe allora una lega con il Papa e Carlo V ma le direttive sono diverse e gli alleati sospettosi l’uno dell’altro; si arriva così all’infausta battaglia della Prevesa: la flotta cristiana, comandata dal genovese Andrea Doria si ritira vigliaccamente (o per probabile combutta con il turco) di fronte alla flotta ottomana di Kareddim detto Barbarossa.
Venezia, abbandonata dagli alleati deve cedere ad una pace con gli Ottomani nel 1540 per non subire danni ulteriori.
Vengono perdute Napoli di Malvasia e di Romania, le isole dell’Egeo e alcune piazzeforti in Dalmazia.
Non passa molto tempo che i Turchi accampano chiaramente pretese su Cipro con un ultimatum che viene respinto, mentre Pio V indice una Lega Santa veneto-spagnola-pontificia.
Ma la flotta partita per difendere Cipro si perde in contrasti e si scioglie prima di aver raggiunto alcun risultato.
Cipro viene così lasciata alla sua sorte.
Nicosia cade e poco dopo capitola anche Famagosta retta dal Provveditore veneziano Marcantonio Bragadin.
Il primo agosto 1571 una tregua fa tacere i cannoneggiamenti.
Il plenipotenziario del generale turco Lala Mustafa presenta il documento della capitolazione nel quale si prometteva e giurava su Dio di mantenere ciò che era contenuto nei capitoli.
I capitoli prevedono: passaggio salvo e sicuro dei superstiti fino a Sitía, nell’isola di Creta; imbarco garantito e indisturbato delle truppe italiane a tocco di tamburo, con insegne spiegate, artiglieria, armi, bagagli, mogli e figli; libera partenza per i ciprioti che vogliono seguire i veneziani e nessuna molestia agli italiani che desiderano restare a Famagosta.
Il due agosto iniziano le operazioni d’imbarco.
Il 5 è tutto già sistemato.
Marcantonio Bragadin manda a chiedere a Mustafa quando desideri avere le chiavi della città.
Sono le norme del galateo militare del tempo, e Mustafa mostra di volersi uniformare.
Risponde che è a sua disposizione, che lo vedrà con piacere “atto il gran valore et previdenza che aveva mostrato” e che sarebbe lietissimo di conoscere anche “li capitani che nella fortezza hanno mostrato tanta bravura”.
Bragadin, con Astorre Baglioni e altri comandanti, si presenta alla tenda di Lala Mustafa; questi li accoglie cordialmente, ma quando il provveditore veneziano gli consegna le chiavi dicendo:” Vi consegno le chiavi non per mia viltà ma per necessità” il turco cambia atteggiamento e accusa i veneziani di aver fatto decapitare alcuni schiavi turchi.
Il Bragadin nega e dice che può verificare la veridicità delle sue parole.
È chiaro che Mustafa cerca solo scuse per litigare.
Investe il Bragadin con una raffica di domande, gli chiede dove sono le munizioni, le vettovaglie e alla risposta del provveditore che dichiara che non è rimasto più nulla esplode la sua rabbia: “Ah cane!
Perché tenermi la città se non havevi di che mantenerla?
Perché non ti sei arreso subito invece di farmi perdere così tanti uomini?”
Ordina ai suoi di legare i visitatori e con un coltello taglia un orecchio al Bragadin e fa mozzare l’altro da un soldato, ordina quindi l’eccidio di tutti coloro che sono venuti con lui, fa tagliare la testa ad Astorre Baglioni e la mostra alle truppe che irrompono nella città trucidando tutti gli italiani, violentando le donne cipriote e ammucchiando teste davanti alla sua tenda.
Bragadin vive ancora ma per lui il peggio deve ancora venire.
Otto giorni dopo Mustafa si reca da lui e gli propone di farsi mussulmano in cambio della vita ma il veneziano risponde rinfacciandogli il tradimento della parola data.
Il 15 agosto viene celebrato il suo martirio.
È sofferente, le ferite alla testa si sono infettate ma, per divertire la truppa viene fatto passare avanti e indietro, di truppa in truppa, carico di grosse gerle di terra e di sassi.
Poi “strassinandolo più morto che vivo” lo appendono ad una antenna di galea e dopo un’ora in questo stato viene calato giù, nudo.
Legato ad una colonna viene scorticato vivo alla presenza di Lala Mustafa.
Le sue membra, squartare vengono distribuite tra i vari reparti dell’esercito turco, la pelle riempita di paglia e cucita, viene vestita con i suoi abiti e quei poveri resti, issati sul dorso di un bue, vengono fatti passeggiare per tutta Famagosta.
La sua pelle, assieme alle teste di Astorre Baglioni, del generale Martinengo e del castellano Andrea Bragadin viene poi portata in giro e mostrata dovunque sul litorale asiatico, prima di finire a Costantinopoli, da dove, trafugata, giungerà a Venezia per una degna sepoltura, dapprima nella Chiesa di San Gregorio e poi ai Santi Giovanni e Paolo, dove ancora si trova.
Da: “Venezia nel tempo” R. Andreoli
“La Repubblica del Leone” Alvise Zorzi
In foto: ritratto di Marcantonio Bragadin eseguito da Gualtiero Scarpini Flangini per il suo libro “Polidoro, l’uomo che rubò la reliquia di M.Bragadin”

2023.08.16 – IL NOSTRO LIBERO FUTURO

Affrontiamo ogni giorno le conseguenze che gravano sul nostro futuro.
Coloro che fanno qualcosa per garantirlo e migliorarlo
sono reietti
derisi
ripudiati
respinti
… ma ogni giorno sono sempre di più.
Come un tempo anche oggi
c’è chi è abituato ad abusare
a lucrare e gozzovigliare

a discapito degli altri.
Anche con minacce e violenza
ci è stato portato via il diritto
di decidere
liberamente
come e quando vivere la nostra vita.
Ci è stato negato l’innato e fondamentale diritto di autodeterminazione
che custodisce i sacrosanti principi che
tutti noi rivendichiamo nelle lotte di ogni giorno.
Noi siamo ciò che abbiamo deciso di essere
e liberamente abbiamo deciso di essere ciò che siamo
da sempre un Popolo e una Nazione.

WSM
Con onore e rispetto
Venethia, mercoledì 16 agosto 2023

 

2023.07.23 – LEGGETE COSA HA MESSO NERO SU BIANCO IL SENATO ITALIANO SU QUESTI PSEUDO VACCINI

LEGGETE COSA HA MESSO NERO SU BIANCO IL SENATO ITALIANO SU QUESTI PSEUDO VACCINI.

E’ IL DOCUMENTO PIU’ IMPORTANTE CHE CONFERMA LE DICHIARAZIONI DI MOLTI ESPERTI RICERCATORI, BIOLOGI, VIROLOGI, IMMUNOLOGI, PATOLOGI E MEDICI SPECIALISTI IN GENERALE.

TUTTI I VACCINATI CHE DA ALLORA SI SENTONO STANCHI E HANNO QUALCHE GENERE DI PROBLEMA PIÙ SERIO, COSI’ COME I PARENTI DELLE PERSONE MORTE DOPO LA VACCINAZIONE,

… udite udite! …..

POTRANNO RICHIEDERE RISARCIMENTI DANNI A CHI GLI HA INOCULATO IL VACCINO SENZA UNA REALE CONSAPEVOLEZZA.

ANCHE I MEDIA E I GIORNALISTI SONO COINVOLTI NELLO SCEMPIO.

Sappiate che il governo (vedere link www.senato.it, alla fine del messaggio) con l’atto di sindacato ispettivo n 1-00388 della legislatura 18, afferma che i “vaccini Anticovid” che sono stati messi in commercio sono SPERIMENTALI, con dati molto limitati sulla sicurezza a breve termine o non disponibili (…).

La tecnologia del vaccino mRNA non è mai stata approvata per l’uso sull’uomo (…).

I potenziali effetti a insorgenza tardiva possono richiedere mesi o anni per manifestarsi.

Non lo dice qualcuno in chat ma chi governa.

Nel frattempo le cure domiciliari efficaci esistevano già da tempo ma le hanno impedite per giustificare l’uso del mRNA.

Chi ha firmato il consenso informato per l’inoculazione non si rendeva conto di ciò che faceva. Proprio perché convinto bonariamanete dal proprio medico o dal medico degli Hub di vaccinazione.

Fonte: Senato della Repubblica
DOCUMENTO: Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00388
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1299973

DOBBIAMO DIFFONDERLO OVUNQUE.
OGNUNO DI NOI DEVE STAMPARE COPIE DA DISTRIBUIRE.

Rinfreschiamoci la memoria per non dimenticare.