ATTUALITA

SECESSIONISTI VENETI, IL LEADER LUIGI FACCIA NON RISPONDE AL GIP “SONO PRIGIONIERO DI GUERRA”.


Vicenza, 4 aprile 2014
Il leader dei secessionisti veneti arrestati nell’operazione dei Ros, Luigi Faccia, non ha risposto al Gip che oggi lo ha sentito in carcere a Vicenza per l’interrogatorio di garanzia. 
“Sono un prigioniero di guerra” ha detto l’ex Serenissimo – come hanno riferito i suoi legali – dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere.
Durante il confronto con il Gip nel carcere di Vicenza, Luigi Faccia ha voluto leggere al giudice una sua breve dichiarazione.
 “Come responsabile del Veneto Fronte di Liberazione, servitore della Veneta Serenissima Repubblica, mi dichiaro prigioniero di guerra”. 
L'uomo, seguito dai legali Alessandro Zagonel e Andrea Arman, avrebbe avuto una piccola schermaglia con il giudice e la cancelliera anche al momento delle generalità, quando Faccia, alla domanda sulla propria nazionalità, ha risposto: “veneta”.
Anche Flavio Contin si è avvalso della facoltà di non rispondere al Gip di Padova. L’ex ‘Serenissimo’, ai domiciliari dopo l'arresto nell’ambito dell’inchiesta dei Ros sui secessionisti veneti. 
L'ultrasettantenne è accusato tra l’altro di aver costruito e detenuto in un magazzino nel suo paese, a Casale di Scodosia (Padova) il ‘tanko’ artigianale (FOTO), ricavato da un escavatore, che doveva servire per l’assalto a Venezia. L’uomo non ha risposto al giudice, e lo stesso comportamento ha tenuto un altro dei 24 arrestati, Riccardo Lovato, 44 anni, ex ultras del Padova.

 

DOMANI L'INTERROGATORIO DI PANI
L’indipendentista sardo Felice Pani – uno dei 24 arrestati nell’ambito dell’inchiesta della procura di Brescia sui cosiddetti “secessionisti veneti” – sarà sentito domani per l’interrogatorio di garanzia. 
Pani (difeso dall’avvocato Riccardo Floris) è rinchiuso nel carcere cagliaritano di Buoncammino. 
L’indagine bresciana sugli scissionisti – che ha coinvolto 51 persone – è arrivata fino in Sardegna dove è anche stato indagato Salvatore “Doddore” Meloni – indipendentista di Terralba (Oristano) – autoproclamatosi nel 2008 presidente della Repubblica di Maluentu (l’isola di fronte alle coste dell’Oristanese), della quale Pani era stato nominato ministro dell’Agricoltura.
Doddore: “Il movimento Maluentu non è mai citato nelle intercettazioni e con i veneti non parlavo da più di un anno”. 
Ha respinto tutte le accuse Salvatore “Doddore” Meloni, l’indipendentista sardo. Questa mattina Meloni, in una conferenza stampa convocata a Cagliari, ha lasciato chiaramente intendere di essere vittima di una persecuzione politica.
SACCONI: 
LIBERATELI – “Liberateli subito! 
Appello per la liberazione dei secessionisti veneti. 
Perché la stupidità non è ragione sufficiente per la carcerazione preventiva”. 
Lo dichiara Maurizio Sacconi, presidente dei senatori del Nuovo Centrodestra.

 
APPELLO DI CACCIARI, BETTIN E CACCIA: LIBERATE ROCCHETTA 
Massimo Cacciari, Gianfranco Bettin e Beppe Caccia chiedono la liberazione di Franco Rocchetta, l’ideologo venetista arrestato nell’ambito dell’inchiesta sui secessionisti della Procura di Brescia. 
“Conosciamo personalmente Franco Rocchetta da almeno vent’anni – scrivono l’ex sindaco e i due consiglieri comunali di Venezia –
E’ stato uno dei primi ad affrontare, in Veneto e a partire dal Veneto, la questione delle autonomie e del federalismo. 
In tutte le occasioni in cui ci siamo confrontati con lui, la sua idea di indipendenza era tutt’uno con una prospettiva europea e con un riconoscimento dei diritti di cittadinanza fondato sullo ius soli e sulla residenza”.
“E’ quanto di più lontano possa esserci – proseguono – da ‘secessionismi’ e politiche di esclusione e chiusura razzista. 
Con lui abbiamo condiviso iniziative nei Balcani per il dialogo interculturale e interreligioso, in termini di assoluta contrarietà alla barbarie della guerra e della ‘pulizia etnica’”. 
“Per come l’abbiamo conosciuto, ci sentiamo di escludere il suo coinvolgimento in attività ‘terroristiche o eversive’ – concludono Cacciari, Bettin e Caccia – e auspichiamo possa tornare al piu’ presto libero per difendersi dalle gravi accuse che gli vengono imputate”.
 
tratto da (CLICCA QUI)

FACCIA “SONO DI NAZIONALITÀ VENETA – IO PRIGIONIERO DI GUERRA”

 

2775451-tank1VICENZA. ORE 17.15 FACCIA: "SONO DI NAZIONALITA' VENETA". 
Durante il confronto con il Gip nel carcere di Vicenza, in cui si è avvalso della facoltà di non rispondere, Luigi Faccia, ha voluto leggere al giudice una sua breve dichiarazione. 
«Come responsabile del Veneto Fronte di Liberazione, servitore della Veneta Serenissima Repubblica – ha detto -, mi dichiaro prigioniero di guerra». 
Lo hanno riferito i difensori dell’uomo, gli avvocati Alessandro Zagonel e Andrea Arman. 
Piccola schermaglia con il giudice e la cancelliera anche al momento delle generalità, quando Faccia, alla domanda sulla propria nazionalità, ha risposto: «veneta». 

ORE 16.57 FACCIA: "SONO PRIGIONIERO DI GUERRA". 
Luigi Faccia, il leader dei secessionisti veneti arrestati nell’operazione dei Ros, non ha risposto al Gip che oggi lo ha sentito in carcere a Vicenza per l’interrogatorio di garanzia. «Sono un prigioniero di guerra» ha detto l’ex Serenissimo – si è appreso dai suoi legali – dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere. (…)
Tratto da (CLICCA QUI)

CHIAVEGATO NON MOLLA E SI DICHIARA PRIGIONIERO POLITICO E INIZIA LO SCIOPERO DELLA FAME

CHIAVEGATO NON MOLLA! SI E’ DICHIARATO PRIGIONIERO POLITICO ED HA INIZIATO LO SCIOPERO DELLA FAME AD OLTRANZA.

CHIEDONO DI DIVULGARE IL MESSAGGIO IL PIU’ POSSIBILE

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Appena rientrato dalla circondariale di Montorio
Il messaggio di Lucio Chiavegato che ha dato all’avvocato Pavanetto da passare ai ragazzi di Veneto Libero e al veneto è questo ….
Mi ritengo prigioniero politico e per questo fino alla data del mio rilascio farò lo sciopero della fame e se sara’ necessario diventero il martire per arrivare ad un Veneto libero .
Tratto da (CLICCA QUI)

PER MASSIMO CACCIARI … “GLI INDIPENDENTISTI SONO MALATI DI MENTE”

 

Secessionisti veneti, Massimo Cacciari: "Sintomi che la situazione sta esplodendo. Andrà sempre peggio"

Laura Eduati, L'Huffington Post  |  Pubblicato:   |  Aggiornato: 02/04/2014 18:28 CEST

 

“Gli indipendentisti sono malati di mente.

Ma sono il sintomo di una situazione che esploderà presto in maniera drammatica.

E non per colpa dei secessionisti”. 

Massimo Cacciari, veneziano, ricorda naturalmente benissimo quel 9 maggio del 1997 quando un gruppetto di Serenissimi provò a conquistare il campanile di San Marco.

All’epoca era sindaco, e già conosceva il fondatore della Liga Veneta, l’ex parlamentare Franco Rocchetta arrestato questa mattina con l’accusa di terrorismo: “Mi pare incredibile che stesse pensando di usare le armi per proclamare l’indipendenza del Veneto”.

Sul resto dell’inchiesta il filosofo non vuole esprimersi: “Ci penserà la magistratura”.

E’ invece durissimo il suo giudizio politico: “Andrà sempre peggio”.

Con una frecciata a Matteo Renzi: “Riforme soltanto annunciate mentre il ceto medio sprofonda”.

Professor Cacciari, la procura di Brescia avverte che un movimento secessionista stava progettando una insurrezione armata a piazza San Marco, con l’uso di carri armati artigianali e una folta rete di simpatizzanti pronti a combattere. Cosa sta succedendo?

Non conosco i dettagli dell’inchiesta ma è naturale dire che se qualcuno pensa di combattere per l’indipendenza regionale facendo terrorismo allora è un pazzo oppure siamo a Carnevale. L’unico che conosco tra gli arrestati è Franco Rocchetta e mi pare incredibile che stesse pensando di usare le armi per proclamare l’indipendenza del Veneto. Gli altri non li conosco, compreso Lucio Chiavegato (l’ex leader dei Forconi arrestato questa mattina, ndr), è una questione che riguarderà la magistratura.

Due degli arrestati facevano parte del commando dei Serenissimi. Non pensa che questo ritorno dell’indipendentismo sia collegato con l’estrema debolezza politica della Lega Nord?

La Lega Nord non c’entrava allora, così come non c’entra oggi. All'epoca cavalcò la vicenda, e si appresta a fare la stessa cosa anche in questa occasione. Di indipendentismo veneto parliamo da vent’anni e sinceramente ne avrei piene le tasche. Riemerge ora? Ma riemerge come farsa, in mano a un gruppo di malati mentali. 



Dunque è soltanto un problema psichiatrico?

Certo che no! Questi sono i sintomi di una situazione che esploderà presto assumendo ogni volto possibile, e come potrebbe essere altrimenti in un Paese dove la disoccupazione giovanile ha raggiunto il 50%, dove esiste l’impossibilità di riforme serie e il ceto medio sta sprofondando? I Paesi non possono essere bloccati in eterno, è normale che la tensione debba trovare uno sbocco ogni volta differente: un giorno sono i forconi, il giorno dopo i secessionisti, è inevitabile che sia così.

Nemmeno Matteo Renzi riuscirà a invertire la rotta?

Se non si faranno riforme succederanno fatti molto gravi. Ma le riforme annunciate in maniera bislacca e non effettuate non sono la cura. L’Italia era malata vent’anni fa, e invece di curarla hanno deciso di aggravare la sua condizione. Ora le sue condizioni sono gravissime e la situazione intollerabile- E la colpa non è della Liga Veneta né di Franco Rocchetta.

C’è un elemento territoriale in questo progetto secessionista?

Naturalmente sì. Da sempre parlo di questione settentrionale ed è esattamente questo. Questa ragione ha conosciuto uno straordinario sviluppo, quasi miracoloso, e in pochi anni sta perdendo quello che aveva accumulato. Il ceto medio di queste zone è disperato, gli operai perdono il lavoro e i commercianti chiudono i negozi. Per loro, che hanno conosciuto il vero benessere, è come cadere dal quinto piano. Questo malessere può prendere derive folli ma non è, ripeto, colpa degli indipendentisti se coloro che tentano di fare un discorso federalista vengono puntualmente presi a calci nel sedere. Per forza di cose poi il sentimento antistatalista e secessionista prende piede.

Tratto da (CLICCA QUI)

SE SEI VENETO, SE SEI STUFO… RIFLETTICI:


0.01Oltre 50 coraggiosi fratelli sono sotto indagine, molti sono stati arrestati, durante la notte, come si fa coi mafiosi.

Il loro unico reato è quello di essere uomini liberi, uomini che non si lamentano delle tasse davanti ad un caffè, che non inveiscono contro i politici e se ne vanno al mare per protesta, che non pestano i piedi davanti al telegiornale che parla di rincari, ma che hanno anche deciso di fare qualcosa.

Quel qualcosa è stato dedicare la loro faccia e il loro tempo per ricordare ai Veneti che sono un Popolo glorioso, un Popolo storicamente evoluto, di gente onesta e lavoratrice, un Popolo delle Partite Iva e del lavoro che spacca la schiena, il Popolo dell’altruismo, che lavora, paga, mantiene.

Il Popolo che non ha mai alzato la testa, che si lamenta e che poi si ritrova in casa la Finanza a farti la multa per uno scontrino, che ti frusta la schiena, come si fa con le bestie da soma, quelle che producono.

C’è sempre bisogno di qualcuno che ci ricordi che valiamo, perché davanti ad un esercito parte sempre una piccola avanguardia.

Lo Stato Italiano, quello delle auto-blu, degli stipendi d’oro, e della casta, si è spaventato per questo fermento Veneto, perché ha visto possibile la libertà di quel Popolo che rappresenta la vacca da mungere, senza il quale non ci sono più sedie di raso rosso, auto con autista, vacanze alle Maldive, e cena di gala a base di pesce.

E guarda caso dopo tutto questo arrivano i ROS dai vari indipendentisti (che vivono del loro lavoro, e dedicano a loro spese il loro tempo per ricordarci di lottare), e nel cuore della notte mettono sotto-sopra le loro case, bloccano i loro conti correnti da miseri artigiani, e decidono di chiuderli in carcere con l’accusa di terrorismo, per atti che vanno contro la Democrazia.

Caro Stato Italiano, mi spiace per i tuoi funzionari che mandi a fare gli esattori e ad arrestarci, ma questo non si chiama terrorismo, si chiama democrazia, quella VERA, si chiama poter decidere di avere la dignità di vivere prima ancora del dovere di essere schiavi.

Prima viene la vita, dopo si pagano le tasse e si china la testa.

E con tutti questi suicidi, che per te fanno solo numero, ti dico che anch’io sono Veneta, anch’io sono orgogliosa, anch’io sono stufa, e mi unirò per combattere con chiunque abbia deciso di metterci la faccia. Se questo mi rende una terrorista, domani mattina viene ed arresta anche me. 

Perchè non riuscirai a farci sentire stupidi deridendoci coi vari programmi TV architettati ad hoc, e non riuscirai a spaventarci con la repressione e la galera.

Tutto questo ci sta dicendo solamente che siamo sulla strada giusta, che stiamo facendo paura, e che per la prima volta stiamo rischiando di far mancare l’apporto di denaro a questo Stato fallito e ladro.

Caro Stato Italiano, il terrorista sei tu, non noi…

Noi siamo solo LIBERI di voler essere Indipendenti!

E per tutti coloro che si sono tolti la vita, e per coloro che piuttosto di togliersela hanno deciso di combattere per la libertà, uniamoci sotto un solo grido: Ti co nu, nu con Ti. W San Marco!

Tratto da (CLICCA QUI)

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ITALIA: UNO STATO ILLEGITTIMO

Antonio de Cesare

L'ITALIA HA UNO STATO ILLEGITTIMO
perché è stata costituita a seguito di azioni terroristiche di bande armate finanziate dal piemonte che hanno invaso, devastato con omicidi e rapine, occupando illegalmente dal 1860 il territorio del REGNO DELLE DUE SICILIE e nel 1866 anche quello della SERENISSIMA REPUBBLICA DI VENEZIA. Chi sostiene questo Stato è complice di ogni suo delitto
Questo Stato illegittimo non può legalmente arrestare i patrioti di questi territori che vogliono la loro legittima indipendenza, se lo fa compie atti di bieco terrorismo che il mondo intero deve respingere e adoperarsi per favorire le legittime aspirazioni del popolo Napoletano, Siciliano e Veneto alla loro libertà.

Tratto da (CLICCA QUI)

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IL PREFETTO DE STEFANO: “I SECESSIONISTI VANNO SCHEDATI. DA NORD A SUD”


di REDAZIONE

La repressione passa anche per la schedatura, lo insegna la storia no? “L’Alleanza, l’organizzazione secessionista smantellata dai carabinieri in Veneto, è solo l’ultimo caso, in ordine di tempo. Ma focolai secessionisti rischiano di accendersi da Nord a Sud del Paese, soffiando sulle braci di rivendicazioni sociali. Gruppi e movimenti che hanno come collante la rivendicazione dell’autonomia, cavalcano il disagio portato dalla crisi economica, cercando sponde in altri movimenti di protesta”.

A segnalarne la “minaccia” è l’ex capo dell’Antiterrorismo, già sottosegretario all’Interno ed attuale vice presidente della Fondazione Icsa, prefetto Carlo De Stefano, che all’Adnkronos spiega: “Serve un’analisi dettagliata e una mappa di tutti i movimenti indipendentisti attivi in Europa e anche al di fuori del vecchio Continente.

Le nostre analisi confermano che ci sono spinte secessioniste su cui deve essere tenuta alta l’attenzione”. De Stefano, che nel 1997 si occupò dei Serenissimi, sottolinea: “Queste spinte secessioniste, fortemente ideologiche, possono sfociare nel fanatismo, e quindi mettere a segno azioni pericolose che rasentano l’eversione”. “Nel caso dei ‘nuovi Serenissimì del Veneto -ragiona De Stefano- si tratta di una posizione fortemente ideologica, che non sembra avere però un radicamento forte e storicizzato sul territorio. E’ tuttavia importante raffrontare queste rivendicazioni con altre situazioni simili che si innescano in Europa e potenziare l’attività di prevenzione su fenomeni da monitorare costantemente”.

Tratto da (CLICCA QUI)

ARRESTI DI SECESSIONISTI VENETI. FONTANA: “IL REGIME HA PAURA E METTE IL SILENZIATORE”

Arresti di secessionisti veneti, Fontana: “Il regime ha paura e mette il silenziatore”

 

ARRESTI DEI SECESSIONISTI, FONTANA: “IL REGIME HA PAURA E METTE IL SILENZIATORE”

L’eurodeputato leghista contro la Procura di Brescia, che ha ordinato i 24 arresti e indaga altre 27 persone: “Indipendenza del Veneto mai così vicina”.

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Bruxelles, 2 aprile 2014 – “Il regime ha paura e vuole mettere il silenziatore alla voglia di libertà della gente veneta”.

Questo è il primo commento dell’eurodeputato della Lega Nord Lorenzo Fontana alla notizia dei 24 arresti – ordinati dal gip di Brescia ed eseguiti dai Ros – di un gruppo di secessionisti, che riuniti tra varie sigle avevano l’obiettivo dell’indipendenza del Veneto. Terrorismo ed eversione dell’ordine democratico le accuse mosse dalla procura di Brescia, che sta indagando per gli stessi motivi altre 27 persone.

“Guarda a caso gli arresti sono partiti poche ore dopo l’approvazione, in commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale del Veneto, del progetto di legge 342 che chiede un referendum per l’indipendenza”, ricorda Fontana, che è anche presidente onorario del comitato Veneto Indipendente, che ha l’obiettivo di riunire tutte le sigle indipendentiste proprio per arrivare a una consultazione popolare. “Se la volontà di questo Stato sanguisuga è fermarci, noi acceleriamo. L’indipendenza non è mai stata così vicina”.

Tratto da (CLICCA QUI)

ECCO PERCHÉ LA RUSSIA HA DECISO DI DIRE SÌ ALLA VITA

Che sembrino lontani o meno i tempi della Guerra fredda, il confronto tra Occidente e Russia è ora più che mai attuale, ma cambia totalmente la prospettiva: in questa intervista ad Alexey Komov (ambasciatore presso le Nazioni Unite del Congresso mondiale delle Famiglie) sono i veri valori umani che emergono, non la sete di potere.
I “senza Dio” di un tempo varano la costruzione di migliaia di chiese, monasteri e luoghi di culto, difendono la sacralità della famiglia e non si nascondono dietro il "politicamente corretto": si deve fare quello che serve ed è giusto, senza preoccuparsi di strumentalizzazioni.
Questo è l’atteggiamento di chi vuole guidare un popolo, una nazione e, se dovesse servire, essere modello per altri.
Forse il regime sovietico, da cui sono fuori usciti i Russi, può insegnare e dare conferma che ad un passo dal baratro tutti cambiamo.
WSM
Venetia, 31 Marzo 2014
Enrico Pillon, Delegato del MLNV e Provveditore Generale – Segretario di Stato del GVP

Alexey Komov (Congresso mondiale Famiglie): «La svolta “life-friendly” di Mosca?

Putin asseconda solo la rinascita del nostro popolo dopo il regime sovietico.
E pazienza se voi europei non capite»
«Noi russi abbiamo vissuto sulla nostra pelle le conseguenze di un’ideologia che ci aveva fatto credere che saremmo stati felici senza Dio.
Siamo arrivati a un centimetro dal suicidio umano e demografico. Adesso vogliamo tornare indietro».
Alexey Komov è l’ambasciatore presso le Nazioni Unite del Congresso mondiale delle Famiglie, la più grande piattaforma internazionale per la difesa della famiglia naturale.
In Italia per un convegno su Russia ed Europa organizzato a Rovereto dalla rivista Notizie Pro Vita, ha accettato di spiegare a Tempi le ragioni della svolta “life-friendly” di Mosca dopo il crollo del comunismo.
In effetti negli anni Novanta, dopo settant’anni di regime, la Russia aveva indici di sviluppo umano da agonia.
Fino alla vigilia della Rivoluzione bolscevica del 1917 il cristianesimo ortodosso era il fulcro della società russa.
Nell’Ottocento l’ideologia marxista, partorita in Occidente, fece breccia nel cuore di alcuni intellettuali e borghesi russi.
Secondo il materialismo comunista la scienza sarebbe riuscita a rendere l’uomo padrone di tutto.
Non c’era più posto per la Chiesa che ricorda la dipendenza da Dio e dalle leggi naturali per la realizzazione dell’uomo e del bene comune.
Perché la Russia ora guarda a queste idee con grande sospetto?
Perché fummo i primi a conoscerle.
Dopo la Rivoluzione d’ottobre fu legalizzato l’aborto, il divorzio, la famiglia come “affare” di Stato.
Sull’orlo del precipizio ci siamo voluti fermare.
Però la svolta “confessionale” di Putin e l’idea di fare della Russia una sorta di baluardo della cristianità non gode di buona stampa in Occidente.
Senta, innanzitutto il governo sta approvando leggi che proteggono l’essere umano, cosa che si dovrebbe pretendere da ogni sovrano.
Poi la valorizzazione del cristianesimo deriva dal fatto che Putin si è accorto che nel degrado assoluto l’unica cosa che ha resistito è stata la Chiesa ortodossa.
La Russia ha provato il dolore di vivere senza Dio, per questo non crede più al comunismo e rigetta l’ateismo.
Non a caso oggi il 77 per cento dei russi dichiara di credere in Dio e il 69 per cento è battezzato.
Negli ultimi vent’anni sono state ricostruite trentamila chiese, seicento monasteri e altre duecento chiese sorgeranno presto a Mosca.
Capisco che l’Occidente non capisca, visto quello che succede da voi.
Però è così, il governo non sta imponendo nulla.
E Putin sta solo prendendo atto del sentimento religioso riemergente nel popolo russo.
In Russia vige ancora un sistema autoritario che ha ben poco di compatibile con la nostra democrazia.
La “vostra” democrazia?
In Occidente siete arrivati al punto di vedervi costretti per legge, e senza che nessuno abbia chiesto il vostro parere, a insegnare ai vostri figli che secondo questa “teoria del gender” non esistono “la mamma” e “il papà”, ma solo genitori A e B, che possono essere anche dello stesso sesso, e che si deve “scegliere” se essere “bambini” o “bambine”.
Però senza discriminazioni, perché tutti devono essere uguali…
Ecco, quando sento queste cose, quando sento che questa sarebbe “democrazia”, ripenso a me bambino.
Ricordo che camminando per strada vedevo gli edifici progettati dalla nostra “grande democrazia socialista”, ed erano tutti brutti, tutti grigi, tutti uguali.
Poi da qualche parte spuntava ancora qualche chiesa, bellissima, e subito sorgeva in me il desiderio di entrarci, di andare a rifugiarmi lì.
Oggi le parti si sono invertite.
Il popolo russo non cede all’ideologia Lgbt perché è molto meno ingenuo di quello europeo.
La gente sa bene come gli intellettuali possono arrivare a imporre ideologie disumane.
È sufficiente legiferare secondo il diritto naturale per cambiare un paese?
Tuttora in Russia c’è una grande crisi demografica.
Vent’anni fa siamo arrivati a quattro milioni di bambini abortiti ogni anno.
Ora siamo scesi a circa due milioni.
La politica da sola non basterà mai.
Ma per fermare l’ingiustizia è necessario vietarla per legge.
E comunque a ridurre i numeri dell’aborto sono stati anche il divieto del governo di pubblicizzarlo, il fatto che le leggi prevedano il finanziamento dei Centri di aiuto alla vita, lo stanziamento di una somma pari a dieci mila euro per il secondo figlio e concessioni demaniali a chi ne ha più di tre.
Per il resto è compito dei cristiani e degli uomini di buona volontà ricostruire il tessuto sociale.
Qual è la situazione della famiglia oggi in Russia?
La situazione sta migliorando, ma ancora la metà dei matrimoni finisce in divorzi. La cultura di massa che passa attraverso la televisione, i film americani, le riviste e i media digitali condizionano le nuove generazioni.
Anche in Russia i media restano i principali educatori…
La Russia rischia sanzioni per le sue leggi “contro la propaganda e il proselitismo gay”.
Non teme il suo isolamento a livello internazionale?
No, perché la maggioranza dei russi la pensa esattamente come Putin.
Il quale non ha nulla da temere perché il nostro paese dispone di un importante deterrente nucleare ed è lo snodo fra l’Europa e l’Asia.
La nostra forza è sotto gli occhi di tutti.
Basti pensare che insieme a papa Francesco siamo riusciti a frenare la guerra in Siria e a bloccare il piano di Obama di bombardare Damasco.
E mi lasci dire che noi russi abbiamo anche un senso messianico della nostra presenza nel mondo.
Messianismo che può essere pericoloso, come quando volevamo esportare ovunque il comunismo, ma che ritorna utile ora che vogliamo ritrovare le nostre radici cristiane.
E degli arresti delle Pussy Riot o degli attivisti di Greenpeace che dice?
Non sono sintomi di un “regime”?
Le persone pensano anche che noi russi non abbiamo l’acqua, che viviamo in povertà e che c’è corruzione ovunque.
Invece in Russia la qualità dei servizi è ottima, la tassazione è al 40 per cento, la popolazione sta mediamente bene, costruiamo molto, importiamo e la materia prima è sfruttata con intelligenza.
C’è libertà di impresa e anche di espressione.
Mentre in Occidente in certi ambienti non potete neppure indossare una croce.

TRATTO DA QUI

 

MA QUESTI REFERENDUM O PLEBISCITI SERVONO VERAMENTE A QUALCOSA … O A CHI???


Riporto dei commenti all'articolo de LINDIPENDENZA.COM (CLICCA QUI) e che rispecchia anche le nostre perplessità circa queste iniziative referendarie che non possono portare all'indipendenza.

La nostra Patria, la Serenissima Repubblica Veneta, è in una condizione di occupazione da parte dello stato straniero italiano e la rivendicazione di sovranità per il Popolo Veneto non può passare attraverso un referendum perché è un diritto previsto dal diritto internazionale e che va rivendicato attraverso soggetti e percorsi ben specificati ed è quello che sta facendo il MLNV e il Governo Veneto Provvisorio.
I promotori del referendum e plebisciti vari sono politicanti che con il pretesto indipendentista anche in passato hanno concorso a competizioni elettorali in ambito italiano.
Questa gente non si rende conto che più l'obbiettivo è importante più gravi saranno le conseguenze in caso di fallimento e questi signori non hanno alcun diritto di sciupare il sentimento nazionale con iniziative sconsiderate e che servono solo come campagna elettorale.
Ma ecco alcuni commenti:
ORA, ATTRAVERSO UN PLEBISCITO DIGITALE VIRTUALE ECC….MI VENGONO A DIRE CHE CI SONO 500.000 PATRIOTI VENETI PRONTI PER L’INDIPENDENZA DEL VENETO, QUANDO NEL 2010 CON DUE PARTITI INDIPENDENTISTI NELLA REGIONE VENETO, PRESERO IN DUE …0,8% DEI VOTI, E USCI’ INVECE INCORONATO L’ATTUALE GOVERNATORE ( la classica memoria corta degli italiani).
E anche per il prossimo partito di Buxology nel 2015, le firme ci sono; tanto si sa, che sono tutte false !!!
Come fa un amministratore che deve giurare sulla costituzione italiana, a proporre un programma politico incostituzionale, e allo stesso tempo fare proprie istanze di diritto internazionale quando la materia è regolata esclusivamente dallo stato centrale e non da enti amministravi ( regioni, provincie e comuni), che sono sprovvisti di personalità giuridica internazionale e quindi: ” NON SONO SOGGETTI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE AL PARI DEGLI STATI, NEMMENO SE AVESSERO FORME DI AUTONOMIA E DEVOLUTION MOLTO AMPIE.”
Chiediamolo agli avvocati indipendentisti delle forzature di diritto e del diritto super-costituzionale, quando una regione non ha nemmeno un popolo riconosciuto de iure e de facto. SENZA ROTTURA COL SISTEMA GIURIDICO ATTUALE E RELATIVA INSURREZIONE, POSSIAMO RACCONTARE TUTTE LE FAVOLE CHE VOGLIAMO, MA CI POSSIAMO SOGNARE LA LIBERTA’ !!!
Un plebiscito privato, è solo una operazione di marketing come il referendum ( della lega), per raccogliere nominativi ( tanto le firme sono tutte false). Chi sta dietro alla macchina, ha già pronto il nuovo partito per le regionali nel 2015…non temere !! Così, hanno fatto con le 30.000 per l’Europa che servivano per mandare giù a Roma gli indipendentisti nel 2012, cosi hanno fatto con le autocertificazioni nel 2011 ecc….ecc…. LA GENTE E’ STUPIDA, MA SI RIFIUTA DI FIRMARE IPSO FACTO PER MANDARE SU LISTE, PARTITI O ALTRO, QUINDI INVENTANO QUESTE SPECULAZIONI E PROPAGANDE A SCOPO POLITICO. Liberi di non crederci, ma il plebiscito sarà un flop, e un nulla di fatto come tanta altre iniziative.
PASSATA LA SBORNIA OVVIAMENTE !!!
Un popolo ( se popolo unito), riprende la sua libertà con una insurrezione di massa…..NON CHIEDENDO PERMESSO !!!
USA + EU + ITALIA, anche per via del TRATTATO DI LISBONA, SONO TUTTI IN TORTA, NON RICONOSCERANNO MAI NE IL PLEBISCITO, E NEPPURE UN REFERENDUM CONSULTIVO EFFETTIVO. SOGNATE, SONO SOLO SPECULAZIONI POLITICHE A SCOPO CAREGA ITALIANA E BASTA.
500.000 veneti hanno votato? 
Non ci credo nemmeno se li vedo. 
E chi lo ceritifica? 
Gli organizzatori?
Ma dai
Ma è possibile sapere con quali criteri si svolge questa consultazione libera e volontaria? ad esempio è possibile votare più volte?
Come mi disse un amico di Cattaro, dopo il referendum che porto’ alla rottura Serbia- Montenegro, “non abbiamo fatto altro che cambiare la mafia di Belgrado con quella di Podgorica”.
Succedera’ lo stesso anche nelle Venezie!
A meno che non cambiate le regole del gioco, non farete altro che cambiare la mafia di Roma con la mafia di Venezia.
Procedete innanzitutto a riscrivere le regole del gioco, e dopo (soltanto dopo aver fatto cio’) organizzate il referendum. Regole credibili (basate sui sani inossidabili principi istituzionali della nostra Veneta Serenissima Repubblica) faranno si’ che anche cittadini originariamente non-Veneti voteranno a favore dell’indipendenza.
State purtroppo mettendo il carro innanzi ai buoi, rischiando di causare grossissime delusioni in chi crede veramente nella nostra millenaria patria Veneta.
Saluti da Londra,
Leone Marciano.
Ma alla fine qualcuno afferma in un commento che alle 19.00 odierne la soglia dei votanti sarebbero arrivati addirittura a 700 mila…
ed ecco anche altri commenti su facebook:
Ma ghe credio a ste robe ???
Non ghe voe xente che vota de drio un computer, ma xente come in Ucraina e Crimea !!
TUTI BRAVI A FARE I PATRIOTI VENETI DE DRIO A UN COMPUTER E DOPO DA AMINISTRATORI GIURATE TUTI SULLA COSTITUZIONE ITALIANI.
BRAVI …DAEA VITA GAVI' CAPIO TUTO ….
CONTINUE' A PARLARE ITALIAN !!
E' GIUNTA GIA' LA PRIMA SEGNALAZIONE GRAVISSIMA SULLA BUFALA DEL "PLEBISCITO" DIGITALE DI QUESTI GIORNI:

Questo è un commento che è stato pubblicato da un contatto fb al link di Zaia che "lanciava l'iniziativa del plebiscito digitale" .

Di Claudio Bortolin ==> " Lo spieghi tu a quelli del sito plebiscito.eu che ho registrato un utente falso con data di nascita 1° gennaio del 1896 che si chiama Tony Bigarella residente in "via del menga" usando come numero di carta d'identità AK 1234567 che e' quello che loro usano come esempio per l'iscrizione? ho ricevuto il codice ed il voto e' stato accettato? "

…E CONTINUANO A PRENDERE IN GIRO I VENETI…DA BUONI ITALIANI…

ATTENZIONE! GLI STATI UNITI STANNO PROGRAMMANDO UNA “FALSE FLAG” IN CRIMEA (EMAIL INTERCETTATE)

AWACS e F16 distribuiti sul confine russo.

E-mail intercettate dimostrano l’intenzione di un attacco sotto forma di False Flag per incolpare Putin.

UPDATE: “L’america è pronta per una risposta Militare in Ucraina” dichiara il Presidente del Joint Chiefs of Staff“
Se questa frase fosse vera (e lo è), unita a quanto riporta il gruppo di hacker Anonymous nei documenti di alto livello acquisti tramite e-mail, saremmo di fronte all’ennesima provocazione americana.
Le E-mail intercettata al alcuni Hacker (Servizi Segreti Russi come per la telefonata della Nuland?) tra l’assistente della US Army, Jason Gresh e il membro dello staff Ucraino Igor Protsyk, mettono in evidenza i piani per organizzare un attacco massiccio sui nodi del trasporto pubblico e sulle basi militari ucraine, al fine di “incastrare la Russia e Putin” e “creare le condizioni favorevoli per cui il Pentagono possa agire.”
Le e-mail da Igor sono in russo,a questo link sono a disposizioni le email per tutti coloro che leggono la lingua russa , ma l’e-mail da parte di Gresh sono in lingua inglese e le ramificazioni e le implicazioni contenute nelle sue parole sono enormi.
Ecco il testo:
“Le manifestazioni si stanno muovendo sempre più rapidamente in Crimea.
I nostri amici a Washington si aspettano un’azione più decise dalla vostra rete.
Penso che sia arrivato il momento buono per attuare il piano che abbiamo discusso ultimamente.
Il vostro compito è quello di causare alcuni problemi ai nodi del trasporto nel sud-est del paese, al fine di incastrare i vostri “vicini”.
“Questa azione creerà le condizioni favorevoli per il Pentagono e per convincere la Società civile che è arrivato il tempo di agire in difesa dell’Ucraina.
Non perdere tempo, amico mio”.
Rispettosamente,
JP
Jason P. Gresh
tenente colonnello, US Army
Assistente Army Attaché
US Ambasciata, Kyiv
Tankova 4, Kiev, Ucraina 04112
(380-44) 521-5444 | Fax (380-44) 521-5636

http://ukraine.usembassy.gov/
http://usembassykyiv.wordpress.com/
http://www.facebook.com/usdos.ukraine
http://www.youtube.com/user/USEmbassyKyiv
http://www.flickr.com/photos/usembassykyiv
Quindi si profila un evento sotto “false flag” (provocazioni) contro l’Ucraina, accusandone  la Russia di essere il mandante, verrebbe salutato pubblicamente come un attacco da parte della Russia contro l’Ucraina e Obama utilizzerebbe questo pretesto per un intervento delle Forze armate statunitensi al fianco di quelle Ucraine. Il rischio ciò porti ad un conflitto mondiale sarebbe elevatissime.
http://beforeitsnews.com/military/2014/03/us-ready-for-military-response-in-ukraine-declares-chairman-of-joint-chiefs-2459554.html
http://beforeitsnews.com/war-and-conflict/2014/03/proof-us-staging-false-flag-for-ww3-kickoff-with-russia-video-2451078.html
Reloaded by SFP Network on 13 March 2014
http://syrianfreepress.wordpress.com/2014/03/13/red-allert-false-flag….
Tratto da: http://terrarealtime.blogspot.it/2014/03/attenzione-gli-stati-uniti-stanno.html 

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E SE DOMANI…ANCHE BEPPE GRILLO SI RISCOPRE INDIPENDENTISTA?


Sul blog di Beppe Grillo appare un articolo alquanto vago sulla possibile dissoluzione dello stato italiano, non fa chiarezza sul fatto se sia un monito di avvertimento dello sfascio italiano o se sia una sorta di cavalcata indipendentista vista la ormai diffusa aspirazione dei popoli della penisola a tornare sovrani sulle proprie terre di origine.

Quello che appare chiaro però è una apertura da parte del capo del M5S alla Lega Nord (che non ha perso tempo ad abbracciare Grillo) richiamando il concetto di macroregioni, e l'avvicinamento alle richieste dei vari partiti cosidetti indipendentisti sparsi in tutta la penisola, con il richiamo ai referendum autonomisti.
Tutto questo non può che far pensare ad un movimento catalizzatore del malcontento generale dove la gente, stanca di questo stato italiano, possa trovare una valvola di sfogo ma che di fatto non porta a nulla ed il tutto poi si dissolva in una bolla di sapone come è di abitudine in un "paese" come l'italia.
La Lega, come appare chiaro ormai da anni, ha contribuito più a mantenere unita l'italia di qualsiasi altro partito, inoltre oggi è risaputo che la via referendaria non è il percorso di rivendicazione del diritto di autodeterminazione dei popoli: questo articolo apparso sul blog di Grillo quindi non fa che confermare come lo stato italiano, pur di placare gli animi, sfrutti ogni strategia e mezzo possibile per catalizzare il malcontento popolare convogliandolo sul partito politico di turno illudendo i cittadini, di fatto poi per questi movimenti e partiti politici di turno vengono sempre riservate in cambio le comode poltrone di Roma e lauti compensi.
 
WSM
Enrico Pillon
Delegato del MLNV e Provveditore Generale Segretario di Stato del GVP


Ecco l'articolo di sabato 5 marzo sul Blog di Beppe Grillo  http://www.beppegrillo.it/2014/03/e_se_domani.htmlitalia_pon
 
E se domani, alla fine di questa storia, iniziata nel 1861, funestata dalla partecipazione a due guerre mondiali e a guerre coloniali di ogni tipo, dalla Libia all'Etiopia. Una storia brutale, la cui memoria non ci porta a gonfiare il petto, ma ad abbassare la testa. Percorsa da atti terroristici inauditi per una democrazia assistiti premurosamente dai servizi deviati(?) dello Stato. Quale Stato? La parola "Stato" di fronte alla quale ci si alzava in piedi e si salutava la bandiera è diventata un ignobile raccoglitore di interessi privati gestito dalle maitresse dei partiti. E se domani, quello che ci ostiniamo a chiamare Italia e che neppure più alle partite della Nazionale ci unisce in un sogno, in una speranza, in una qualunque maledetta cosa che ci spinga a condividere questo territorio che si allunga nel Mediterraneo, ci apparisse per quello che è diventata, un'arlecchinata di popoli, di lingue, di tradizioni che non ha più alcuna ragione di stare insieme? La Bosnia è appena al di là del mare Adriatico. Gli echi della sua guerra civile non si sono ancora spenti. E se domani i Veneti, i Friulani, i Triestini, i Siciliani, i Sardi, i Lombardi non sentissero più alcuna necessità di rimanere all'interno di un incubo dove la democrazia è scomparsa, un signore di novant'anni decide le sorti della Nazione e un imbarazzante venditore pentole si atteggia a presidente del Consiglio, massacrata di tasse, di burocrazia che ti spinge a fuggire all'estero o a suicidarti, senza sovranità monetaria, territoriale, fiscale, con le imprese che muoiono come mosche. E se domani, invece di emigrare all'estero come hanno fatto i giovani laureati e diplomati a centinaia di migliaia in questi anni o di "delocalizzare" le imprese a migliaia, qualcuno si stancasse e dicesse "Basta!" con questa Italia, al Sud come al Nord? Ci sarebbe un effetto domino. Il castello di carte costruito su infinite leggi e istituzioni chiamato Italia scomparirebbe. E' ormai chiaro che l'Italia non può essere gestita da Roma da partiti autoreferenziali e inconcludenti. Le regioni attuali sono solo fumo negli occhi, poltronifici, uso e abuso di soldi pubblici che sfuggono al controllo del cittadino. Una pura rappresentazione senza significato. Per far funzionare l'Italia è necessario decentralizzare poteri e funzioni a livello di macroregioni, recuperando l'identità di Stati millenari, come la Repubblica di Venezia o il Regno delle due Sicilie. E se domani fosse troppo tardi? Se ci fosse un referendum per l'annessione della Lombardia alla Svizzera, dell'autonomia della Sardegna o del congiungimento della Valle d'Aosta e dell'Alto Adige alla Francia e all'Austria? Ci sarebbe un plebiscito per andarsene. E se domani…

UN MEDICO STATUNITENSE DENUNCIA UNA MISTERIOSA INFLUENZA … E SPUNTANO ANCORA LE SCIE CHIMICHE


images (15)11 marzo 2014
Un medico statunitense denuncia un influenza "misteriosa"
Sei malato. 
Il tuo naso è chiuso. 
Hai dolori muscolari, sei sudato, tossisci, starnutisci e non hai abbastanza energia per alzarti dal letto. 
Non è l'influenza. 
E' una cospirazione secondo il dottor Leonard Horowitz. 
La sua opinione non si basa sulla teoria della cospirazione, ma sul fatto della cospirazione. 
Nel corso degli ultimi 10 anni, Horowitz è diventato un'autorità controversa nel sistema medico statunitense. 
Con una formazione universitaria di ricercatore medico, Horowitz di 48 anni, accusa che alcuni elementi del governo degli Stati Uniti stanno cospirano assieme alle principali aziende farmaceutiche per ridurre ampi segmenti della popolazione all’infermità. 
I media riportano che i pronto soccorso degli ospedali sono oberati da pazienti che soffrono di una strana infezione delle vie respiratorie superiori che non sembra essere provocata da un virus. 
Stanno inoltre segnalando che si tratta di una influenza "misteriosa" e che i consueti vaccini contro l'influenza sono inefficaci. 
"Questo è tutto una sciocchezza, un falso", dice il Dott. Leonard Horowitz.
"Il fatto della questione è che abbiamo visto questo tipo di epidemia per la prima volta tra la fine del 1998 e l'inizio del 1999. 
Le persone sono state affette, con forte tosse, da questa malattia bizzarra che non sembra seguire l'insorgenza logica virale o batterica o rappresentare un periodo di transizione. 
Se fosse davvero un’infezione batterica o virale, avrebbe causato la febbre, ma non è stato così. 
E' durata per settimane, se non mesi. 
Congestione sinusale, drenaggio del setto nasale, tosse, stanchezza, malessere generale. 
Le persone si sono sentite ‘spente’. 
Il Research Institute of Pathology delle Forze Armate ha registrato un brevetto per un micoplasma patogeno che causa questo tipo di epidemia. 
È possibile visualizzare il report dei brevetti nel libro: codici per l'Apocalisse biblica. 
Il micoplasma non è in realtà un fungo, non è proprio un batterio e non è proprio un virus. 
Non ha una parete cellulare. 
Va in profondità nel nucleo cellulare rendendo così molto difficile elaborare una risposta immunitaria contro di lui. 
Si tratta di una relazione di un brevetto per un’arma biologica che spiega come provocare infezioni croniche delle vie respiratorie superiori che sono praticamente identiche a quello che si sta riscontrando in questo momento." 
Le scie chimiche distruggono la vostra funzione immunitaria.
"Credo che le scie chimiche siano responsabili di una intossicazione chimica pubblica, che sarebbe poi in grado di causare una soppressione immunitaria generale, a basso o alto grado, a secondo dell'esposizione. 
La disfunzione del sistema immunitario mette le persone nella condizione di diventare sensibili alle infezioni opportunistiche, come questa di micoplasma ed altre infezioni opportunistiche ", così dice il Dr. Horowitz. 
"Ho iniziato a studiare le scie chimiche, quando sono state spruzzate sopra la mia casa nell’Idaho del Nord. 
Ho preso alcune immagini e poi ho contattato la Environmental Protection Agency dello stato che era all'oscuro dell’operazione così come l'Air Force. 
Mi hanno messo in contatto con il Centers for Disease Control, reparto di Tossicologia, e dopo circa una settimana ho ricevuto una lettera da uno dei loro principali tossicologi che affermava che, in effetti, era stata rilevata una certa quantità di dibromuro di etilene nel carburante degli aerei.
Il Dibromuro di etilene è un noto agente cancerogeno chimico per gli umani che è stato rimosso dalla benzina senza piombo a causa dei suoi effetti cancerogeni. 
Ora improvvisamente è apparso nei residui di carburante che ad alta quota gli aerei militari emettono!" 
Il Dibromuro di etilene, che è venuto fuori dai carburanti per jet, causa immunosoppressione e indebolimento del sistema immunitario delle persone. 
Poi ti viene un microbo, un micoplasma oppure un fungo che ti causa una malattia delle vie respiratorie superiori. Improvvisamente si sviluppa una infezione batterica secondaria. 
Poi vieni colpito con antibiotici e gli antibiotici causano acidità nella chimica del vostro corpo, così ora puoi riscontrare eruzioni cutanee ed altri inconvenienti, il fegato si riempie di tossine che fuoriescono attraverso la pelle tramite eruzioni cutanee e si notano reazioni bicolore associate con altri prodotti chimici. 
Ho colleghi nelle Bahamas, alle Bermuda, a Toronto, nel British Columbia che segnalano tutti la stessa ‘semina’ bizzarra dell'atmosfera. 
Ciò che sta accadendo è solo spregevole. 
Tutto ad un tratto gli esseri umani sono completamente fuori equilibrio e vengono infettati da due, tre o quattro microbi e co-fattori ed inoltre intossicati da una varietà di diverse sostanze chimiche … e qualcuno sta per essere considerato come malato cronico. 
(… segue nell’originale in inglese, con le connessioni con altre patologie tra cui l’AIDS e con congetture importanti sugli autori e gli scopi di tale scempio). 

fonte: 
http://www.helpfreetheearth.com/news697_chemtrails.html 
http://www.drlenhorowitz.com/index.htm 
 
fonte
… e nel frattempo Global War e guerra di tutti contro tutti: dove stiamo andando?
http://fintatolleranza.blogspot.it/

Tratto da (CLICCA QUI)

USCIAMO DA QUESTA EUROPA E RIPRISTINIAMO LA REPUBBLICA VENETA … O CI TRASCINERANNO ALLA GUERRA!


Sbrighiamoci ad uscire da questa europa fatta di burocrati, corrotti, delinquenti e affaristi, con le mani sporche di sangue e che, complici dell'amministrazione americana, sono pronti a trascinsarci tutti in una guerra per giustificare e mantenere la loro supremazia, i loro privilegi, la loro casta immonda.
Sembra sia proprio questo il messaggio che l'articolo che segue ci vuole proporre ed è sempre più difficile discostarsi dall'analisi fatta alla luce degli eventi che ci stanno coinvolngendo.
Cosa aspettiamo ad aprire gli occhi???
Cerchiamo di dare una sterzata alla traiettoria di questa ecatombe e che ci vogliono imporre a tutti i costi.
Svegliamoci dal torpore … basta stare a guardare … non pensiamo che succeda solo agli altri, Grecia, Ucraina, Libia, Egitto e tanti altri luoghi nel mondo.
Riprendiamo in mano le redini del nostro futuro, della nostra società, ripristiniamo la Repubblica Veneta su tutti i propri territori e usciamo da questa europa corotta che ci sta portano alla rovina … e come sembra, anche alla guerra.
WSM
Venetia 9 marzo 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio.

«C’è l’intento del Pentagono di colpire la Russia prima del collasso planetario del dollaro».
In questa chiave Carlo Tia inquadra i drammatici sviluppi che oppongono Mosca e Washington in Ucraina.
«Gli scambi tra la Cina e la Russia sono ormai in yuan, fra la Cina e l’Iran in oro», scrive Tia su “Megachip”.
«La stessa Cina si sta liberando di circa 50 miliardi di dollari al mese – trasformati in obbligazioni “ricomprate” forzosamente dal Belgio, non si sa esattamente da chi – per sostenere il dollaro (più esattamente, i petrodollari).
Lo stesso George Soros sta pesantemente speculando al ribasso a Wall Street.
Sono tutti segni di una prossima depressione mondiale, da cui forse gli Stati Uniti potrebbero uscire solo con una prolungata guerra in Europa».

VITTIME DEI CECCHINI

A conferma del “pilotaggio” della crisi esplosa a Kiev, lo scoop del “Giornale”: in una telefonata alla “ambasciatrice” dell’Ue, Catherine Ashton, il ministro degli esteri dell’Estonia, Urmas Paet, dice che i cecchini che hanno sparato sulla folla di piazza Maidan non erano uomini di Yanukovich ma probabilmente «della coalizione appoggiata dall’Occidente».
Resta la domanda: perché gli europei non si sono resi conto della trappola mortale tesa a loro dagli Usa?
E’ ormai chiaro, sostiene Tia, che secondo i piani dei registi delle Ong operanti in Ucraina (gente del calibro di George Soros e Zbign
iew Brzezinski) è contemplata una guerra civile fra i russofoni dell’est e gli ucraini dell’ovest.
«Pochissimi media occidentali – continua Tia – hanno trasmesso la registrazione trapelata del colloquio di Victoria Nuland, incaricata Usa della cura dei rapporti diplomatici con Europa ed Eurasia, con l’ambasciatore statunitense in Ucraina».
La Nuland disponeva e comandava la composizione del nuovo governo di Kiev dopo aver cacciato Yanukovich, presidente pessimo ma regolarmente eletto.
La “strategia della tensione” innescata a Kiev darebbe agli Usa e alla Nato «il pretesto di intervenire per “pacificare” l’Ucraina, stabilirsi minacciosamente nel Mar Nero e proiettarsi sempre di più nel Caucaso e verso il Mar Caspio, ricchissimo di risorse petrolifere e di gas».
Grazie alle nuove tecnologie di “fracking”, aggiunge Tia, la stessa Ucraina è diventata nel giro di pochi anni un campo d’interesse primario per esplorazioni e sfruttamento di nuove aree.
Lo sviluppo di simili giacimenti (specie da parte di compagnie nordamericane) insidia direttamente la posizione dominante russa di Gazprom.
Molto evidente anche la volontà di colpire la Cina, che in questa crisi è schierata con Putin: «I cinesi – rivela l’analista di Megachip – hanno di recente acquistato diritti di sfruttamento agricolo su circa 6 milioni di ettari di terre ucraine coltivabili.
Cosa che ha fatto venire il sangue alla testa alla Monsanto e affini.
Dico “aveva”, perché il governo fantoccio messo su dagli americani ha revocato subito i diritti concessi l’anno scorso ai cinesi».
Per Carlo Tia, il rischio concreto è drammatico: «I meccanismi della guerra sono innescati.
 La-fregata-Uss-Taylor-entrata-nel-Mar-NeroSe dovesse fare finoLa fregata Uss Taylor, entrata nel Mar Nero in fondo la sua corsa il gioco automatico delle alleanze, fra non molti giorni ci troveremo in guerra».
Nel piano bellico, secondo Tia, si collocano anche le dotazioni del Muos in Sicilia, l’installazione di scudi antimissile in Polonia, l’apertura di basi americane in Romania e Bulgaria, senza contare la Turchia, membro della Nato, che controlla gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli.
Il governo di Ankara ha appena concesso a una grande nave da guerra Usa di entrare nel Mar Nero, in violazione della Convenzione di Montreaux, mentre ad Atene c’è una presenza navale ancora più pesante, la portaerei “George Bush”.
Secondo la Russia, la convenzione che vieta l’ingresso nel Mar Nero di navi da guerra non appartenenti a paesi affacciati su quel mare, è già avvenuta in questi giorni con la comparsa della fregata statunitense “Taylor” e della “Mount Whitney”, nave-comando della Sesta Flotta».
Da questa crisi, è evidente, l’Europa ha tutto da perdere.
Perché allora asseconda l’offensiva statunitense alla frontiera russa?
«La Germania – scrive Tia – ha abboccato all’amo di una espansione verso un mercato ucraino di 46 milioni e mezzo di abitanti, previa distruzione del modello di economia sociale di mercato dell’Ucraina, e della sua industria, soprattutto all’est del Paese».
E la Francia di François Hollande «è stata pesantemente minacciata a partire dal dossier iraniano nel corso del recente viaggio del presidente francese a Washington».
Bocciata, di fatto, la missione a Teheran condotta da 140 grandi industriali francesi, «che avevano creduto al clima (fasullo) di buoni nuovi rapporti con l’Iran».
Motivo: «Obama ha detto senza peli sulla lingua che tutte le relazioni della Francia (e dell’Europa) devono rispettare Abitanti della Crimea fraternizzano col contingente russo non solo le sanzioni che non sono ancora state tolte, ma anche quelle, soprattutto commerciali e finanziarie, che gli Usa dettano unilateralmente».
Un gioco pericoloso, che potrebbe chiamarsi Terza Guerra Mondiale, se gli Usa faranno precipitare la situazione con l’adesione dell’Ucraina all’Ue, spingendo i missili della Nato fino ai confini con la Russia.
«La Cina, da parte sua, ben sapendo di essere il prossimo obiettivo, ha dichiarato di sostenere la Russia, ed è comunque sotto attacco, sia finanziariamente sia economicamente: il piano americano attuale consiste nel far deragliare l’economia cinese e poi destabilizzarla nelle regioni occidentali, che saranno, per la Cina, l’equivalente dell’Ucraina per la Russia».
Di fatto, aggiunge Tia, il mondo si sta avviando ad una bipolarizzazione molto pericolosa: Cina e Russia da un lato, Stati Uniti e Europa al suo guinzaglio dall’altro lato.
«È questa una tappa del disegno di dominio planetario degli Usa: ricreare un clima di tensione continua, di fronte alla quale gli europei non potranno che compattarsi attorno allo Zio Sam, per non buttarsi nelle braccia dell’altro blocco».
Fonte libreidee.org

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DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA RUSSIA VLADIMIR PUTIN SU FAMIGLIA, MATERNITA’ E INFANZIA DEL 17 FEBBRAIO 2014


41d4c08e38c33ca70d08A proposito di valori, etica, famiglia naturale e responsabilità politica dei governi … 
Vladimir Putin ha tenuto una riunione Presidium del Consiglio di Stato sulla famiglia, la maternità e la politica dell'infanzia, in particolare per quanto riguarda l'attuazione delle Maggio 2012 – ordini esecutivi presidenziali.
Prima dell'inizio della riunione, il Presidente Putin ha visitato la Cherepovets Steel Mill (Severstal), dove ha discusso il sostegno per la maternità con i lavoratori dello stabilimento.

Discorso il Stato Consiglio Presidio riunione sulla famiglia la maternità l'infanzia della politica

PRESIDENTE della Russia Vladimir Putin:
Buon pomeriggio, colleghi.
Prima di tutto, permettetemi di ringraziare il Consiglio di Stato Presidio per affrontare questo tema di sostegno statale per le famiglie, la maternità e l'infanzia. Il miglioramento della situazione demografica negli ultimi anni rende questa una questione fondamentale e qualcosa su cui stiamo lavorando, e quindi è sempre importante tenerlo al centro della nostra attenzione.
Ho visitato l'acciaieria poco prima di questo incontro e ha parlato con i dipendenti lì. Nel complesso sono positivi nelle loro valutazioni, ma hanno comunque alcune domande e preoccupazioni particolari, e vorrebbero vedere alcune modifiche o integrazioni. Spero che avremo la possibilità di discutere tutte queste cose oggi.
Mettere in atto le giuste condizioni per un aumento delle nascite, la protezione della maternità e dell'infanzia, e rafforzare la famiglia come istituzione sociale sono compiti prioritari per la Russia. Essi sono di cruciale importanza per il presente e il futuro del nostro Paese e richiedono un lavoro sistemico e coordinato da parte delle autorità a tutti i livelli, così come dal pubblico, dai nostri cittadini. Questo lavoro deve avere obiettivi chiari e comuni e una chiara comprensione di come noi li raggiungeremo.
E 'opportuno che il Consiglio di Stato Presidio sta discutendo questi temi, tempestivo anche perché il governo è attualmente in fase di stesura di un documento concetto di politica familiare.
"Mettere in atto le giuste condizioni per un aumento delle nascite, la protezione della maternità e dell'infanzia, e rafforzare la famiglia come istituzione sociale sono compiti prioritari per la Russia."
Il compito principale per lo Stato in questo settore è quello di creare le condizioni per il benessere stabile di famiglie. Diversi fattori sono coinvolti: in primo luogo si tratta del reddito familiare, l'alloggio, l'accessibilità e la qualità dell'istruzione e della sanità, la salute fisica e spirituale dei bambini e degli adulti, e molte altre cose.
Questo principio dovrebbe costituire il fondamento del concetto e la politica statale sulle famiglie. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di cambiare in modo significativo gli obiettivi della politica della famiglia nel suo complesso. Fino ad ora, è stato diretto principalmente a coloro che si sono trovati in una situazione difficile e hanno bisogno di sicurezza sociale.
Questo è senza dubbio un aspetto molto importante del nostro lavoro che deve essere continuata, e sarà continuata. Tuttavia, lo Stato deve creare le condizioni per elevare gli standard di vita e la qualità della vita per le normali famiglie russe, per aumentare il loro prestigio nella società, tenendo presente che, da parte dello stato, è soprattutto la famiglia che dovrebbe essere responsabile per i bambini di vive.
Vorrei mettere a fuoco una serie di questioni che richiedono la nostra attenzione e discussione. Molto è stato fatto ultimamente per aumentare l'importanza della famiglia, per stabilire il suo ruolo guida nel portare i figli. Abbiamo istituito premi statali e regionali speciali per le famiglie numerose.
Siamo particolarmente felici di notare che il tasso di natalità continua a crescere. L'anno scorso – abbiamo citato questi numeri in numerose occasioni – 1,9 milioni di bambini sono nati, quasi 5.000 in più rispetto al 2012. Per la prima volta dal 1991, la Russia ha visto una crescita naturale della popolazione. Questo è il risultato sia di un calo del tasso di mortalità e un aumento del tasso di natalità.
Ovviamente è meraviglioso quando nascono i bambini, ed è importante per loro di essere circondati da amore.Essi dovrebbero crescere sani e di ricevere una formazione solida in modo che possano applicare i loro talenti e capacità che entrano nell'età adulta e iniziare una famiglia propria.
I media, i partiti politici e le organizzazioni pubbliche dovrebbero prendere parte attiva nella promozione dei valori della genitorialità responsabile e vita sana. C'è un enorme campo di applicazione del lavoro per loro qui.Suggerisco di discutere oggi gli sforzi necessari per sviluppare tale informazione orientato alla famiglia e la politica dell'istruzione.
La questione chiave è quello di aumentare i redditi delle famiglie con bambini. Questo è direttamente collegato allo sviluppo economico e la creazione di nuovi impianti di produzione e, di conseguenza, posti di lavoro di alta qualità.Questa è la nostra priorità a lungo termine che dobbiamo concentrarci ora.
In primo luogo abbiamo bisogno di creare le condizioni per i genitori avere una carriera attiva. Dobbiamo propagare gli sforzi di quei datori di lavoro che forniscono posti di lavoro le donne che hanno figli e ai genitori di bambini disabili.
Questo non è solo il supporto alle famiglie con bambini, ma è anche un investimento: la reputazione di un'azienda dipende in gran estendere la sua attenzione alle esigenze dei dipendenti. Tra l'altro, qui in Regione di Vologda, a Cherepovets, famiglie con figli ricevono diversi tipi di sostegno.
Così, a Severstal, che abbiamo visitato in precedenza, le donne incinte sia sono alleviati o vengono reindirizzati al lavoro luce, mentre il loro stipendio medio viene mantenuto. Le stesse donne erano felici di segnalare questa di oggi. PhosAgro esegue un programma simile.
"Il compito principale dello Stato in questo settore è quello di creare le condizioni per il benessere stabile di famiglie".
Un altro grave problema è la mancanza di scuole. Così, oggi meno della metà di tutte le scuole materne del paese dispongono di servizi per i bambini di età inferiore ai tre anni.Sappiamo ciò che questo comporta: facciamo di tutto per aiutare le madri con formazione continua o di formazione lavoro, adottare misure per aiutare nel loro lavoro, e tutti questi sforzi vada sprecato perché non riescono a trovare strutture per l'infanzia. Forse, dovremo considerare di estendere i benefici sociali per le donne dai 18 mesi ai 3 anni dopo il parto.
E 'sempre meglio creare le condizioni adeguate, ma devono essere tali che le persone possono ottenere buoni posti di lavoro e di ricevere una retribuzione più elevata, piuttosto che dipendere dai sussidi sociali. Tuttavia, questo dovrebbe essere fatto correttamente, in modo che le persone hanno una vera sicurezza sociale. Se, tuttavia, non siamo in grado di organizzare correttamente il loro occupazione e fornire servizi prescolari, dovremmo considerare aumentare le prestazioni sociali. Scuole materne e asili non sono attualmente disponibili per oltre 1,5 milioni di bambini. Dobbiamo sviluppare il sistema di assistenza all'infanzia per i bambini di età inferiore ai tre anni.Ciò richiede il sostegno di progetti di business rilevanti e aiutare i gruppi di volontariato di partecipare a questi sforzi.
Ora, oltre a scuole materne per i bambini 3-7 anni. Questo era uno dei nostri problemi più acuti, e non è stato ancora completamente risolto, anche se stiamo lavorando su di esso. Complessivamente, dal 1 ° gennaio 2014, 425.000 bambini a livello nazionale erano in lista d'attesa per la scuola materna di assistenza all'infanzia. La lista d'attesa è sempre più breve, anche se non così velocemente come vorremmo a. Tuttavia, stiamo facendo qualche progresso.
Tuttavia, il problema rimane in un numero di regioni. Vorrei chiedere ai capi di quelle regioni a prestare particolare attenzione a questo problema. La situazione è particolarmente difficile in 17 regioni della Federazione russa, dove il numero di bambini in lista d'attesa per la custodia dei bambini in età prescolare supera il 10% del numero complessivo di bambini dai 3 ai 7. Io non nomino queste regioni ora, come sono sicuro che la loro leadership è consapevole della situazione.
Abbiamo anche bisogno di analizzare l'efficacia delle prestazioni sociali per le famiglie con bambini. Come ho già detto, questi benefici sono principalmente sotto forma di assegni, che sono di solito molto modesta e hanno poco impatto sul bilancio familiare.
Credo che dovremmo prendere in considerazione la proposta del gruppo di lavoro del Consiglio di Stato di aumentare le indennità per le famiglie con bambini sulla base di un contratto sociale. Per essere precisi, vorrei davvero suggerisco di ampliare le fasce di popolazione che possono beneficiare di tali prestazioni, piuttosto che aumentare le quote stesse.
Un altro problema è l'assistenza alle famiglie numerose. L'anno scorso 65 regioni della Federazione Russa ha lanciato una misura assolutamente nuovo a fianco del programma di capitale di maternità. Così, per la nascita del loro terzo e ogni bambino consecutivo, una famiglia riceve un assegno di circa 7.000 rubli al mese fino a quel bambino raggiunge l'età di 3.
In 50 regioni della Federazione Russa che hanno una situazione demografica sfavorevole, le quote sono co-finanziati dal bilancio federale. Intanto i criteri per tali indennità differiscono: in alcune regioni, si basano su reddito pro capite della famiglia, in altri – il tasso di sussistenza di un bambino in una determinata regione. Abbiamo bisogno di discutere quale di questi approcci è più giustificato e aiutare le famiglie a fare un uso migliore degli aiuti governativi.
Ancora un altro problema è l'instabilità familiare. Ogni anno circa 51.000 genitori in Russia sono limitati nei loro diritti parentali, o sono completamente spogliati di tali diritti. Come risultato, circa 62.000 bambini sono orfani mentre i genitori sono ancora vivi – che noi chiamiamo questi bambini orfani sociali.
Abbiamo fatto tanto l'anno scorso per risolvere questo, di mettere i bambini in affidamento o in famiglie sostitutive.Tuttavia, il nostro compito principale – e sono certo che sarete d'accordo – è quello di riunire i bambini con i loro genitori naturali. Questo non è un lavoro facile. A volte è più facile per i servizi sociali per isolare questi bambini dalle loro famiglie disfunzionali. Tuttavia, dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare la famiglia, per aiutare le persone che si sono trovati in una situazione difficile tornare alla vita normale.
Uno speciale fondazione federale è in funzione dal 2008, che fornisce il supporto per i bambini che si sono trovati in situazioni difficili. Vorrei sentire quello che le regioni ei comuni stanno facendo a questo proposito.
Vorrei dire qualche parola sulle organizzazioni non commerciali che supportano le famiglie con bambini. Essi assistono nella formazione dei genitori e l'occupazione; aiutano le famiglie numerose e prendere parte a risolvere i problemi affrontati dai bambini con disabilità. Queste persone meritano ogni rispetto per il loro impegno disinteressato, e il governo dovrebbe certamente sostenerli nel loro lavoro onorevole. Consideriamo quello che le autorità locali, regionali e federali possono fare qui.
Infine, vi è un certo numero di argomenti sul nostro ordine del giorno che si occupano di alloggio per orfani e sostegno ai genitori di bambini disabili. Dobbiamo considerare tutti questi problemi oggi – questo è qualcosa che i nostri cittadini hanno a che fare con praticamente su base giornaliera.
"La questione fondamentale è quello di aumentare i redditi delle famiglie con figli. Ciò è direttamente collegato allo sviluppo economico e la creazione di nuovi impianti di produzione e, di conseguenza, posti di lavoro di alta qualità. Questa è la nostra priorità a lungo termine che abbiamo bisogno di concentrarsi su oggi . "
<…>
VLADIMIR PUTIN : Thank you very much.
C'è una buona ragione per cui stiamo tenendo questo incontro qui a Cherepovets, in Regione di Vologda: Governatore Regione di Vologda sig Kuvshinnikov è il capo del gruppo di lavoro del Consiglio di Stato su questa particolare questione.
Vorrei ringraziare lui e tutti coloro che hanno preso parte a questo lavoro. Ho visto i documenti preparati: si avvicina il lavoro con grande cura, considerata la situazione attuale in ogni dettaglio e si avvicinò con proposte interessanti. Oggi abbiamo raccolto a considerare tutte queste proposte, che abbiamo toccato nel corso del nostro lavoro. Tutto ciò che parliamo oggi è stato discusso durante i preparativi per questo incontro.
Non ho intenzione di passare attraverso tutto ciò di cui abbiamo parlato ancora una volta. Vorrei solo notare che i nostri sforzi comuni per risolvere i problemi demografici, per rafforzare le famiglie, per sostenere la maternità e l'infanzia non finiscono qui con questo incontro. Signor Savchenko [Belgorod Regione Governatore] ci ha appena detto perché.
Siamo in alcuni momenti difficili considerando il fatto che la percentuale di saggio, il numero di russi che saranno presto entrare nell'età adulta e le famiglie della propria partenza sarà minore rispetto al periodo precedente. Meno persone sono nate nel 1990 e questo crea alcuni problemi.
Di conseguenza, alcuni anni fa, abbiamo iniziato a formulare la nostra politica, suggerendo vari modi per stimolare il tasso di natalità. Il nostro compito è quello di trovare nuove soluzioni a questo problema, perché è sicuramente non è stato ancora risolto.
Prendiamo, per esempio, la situazione con asili. Dobbiamo assolutamente sostenere quelle famiglie e quelle donne che vogliono sia allevare i figli e portare avanti le loro carriere. Un certo numero di fattori che li motivano: i giovani non vogliono perdere le loro competenze, vogliono mantenere il loro posto sul mercato del lavoro e di progredire nella loro carriera.
Tuttavia, ci sono altri problemi qui che non dovremmo ignorare. Purtroppo, nonostante tutti i nostri sforzi per incoraggiare le famiglie ad avere figli, la nascita di un bambino è un pesante onere finanziario per una famiglia.Sono sicuro che tutti voi siete consapevoli di questo.
Circa il 20% dei bambini vive in famiglie che hanno regolarmente per superare tali problemi come l'acquisto di nuovi vestiti e calzature, ottenere l'accesso ai servizi medici e pagare per le medicine. Il 16% dei bambini vive in famiglie che lottano anche con soddisfare le loro esigenze nutrizionali, e un gran numero di bambini ora vivono in famiglie che hanno problemi abitativi. Queste sono tutte le condizioni fondamentali per il normale sviluppo della società e della famiglia, e dei bambini in particolare. Dobbiamo tenere questo in mente.
Questo non significa, naturalmente, che tutti dobbiamo fare è prendere i soldi dal bilancio federale e allocare alla cieca per risolvere questi problemi. Perché no? Poiché questo non è spesso la soluzione più efficiente. Dobbiamo unire gli sforzi di comuni, autorità regionali e federali, così come la comunità imprenditoriale, il modo in cui viene fatto qui a Severstal e in altre aziende.
Dobbiamo coordinare i nostri sforzi per cercare soluzioni efficienti, in modo che il pubblico possa essere coinvolto in questo lavoro pure. Ho tutte le ragioni per credere che ce la possiamo fare, come abbiamo dimostrato in passato. Come ho già detto, circa sette o otto anni fa nessun tipo di progresso in questo campo sembrava impossibile.
Tuttavia, la situazione è cambiata, e stiamo facendo progressi, anche se può essere lento. Non dobbiamo cessare i nostri sforzi, dobbiamo considerare tutte le proposte fatte oggi e quelli che i governatori si avvicinò con quanto hanno preparato per questo incontro, e andare avanti.
Grazie.

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LA NATO SI PREPARA A REPRIMERE PROTESTE POPOLARI IN EUROPA

Variatisindaco


Non solo il sindaco dei Rom, anche il galoppino dei militari americani. 

Il sindaco di Vicenza Achille Variati ha portato il saluto alla prima conferenza internazionale per l’avvio del processo di costituzione e accreditamento Nato del Centro di eccellenza sulla polizia di stabilità, denominato Nato Stability Policing Center o Excellence (Coe).
Organizzata a palazzo Trissino dallo Stato Maggiore della Difesa con il supporto dell’Allied Command for Transformation (Act) della Nato, alla conferenza partecipano esperti, civili e militari provenienti da diversi Paesi.
“Oggi qui inizia un percorso che ha come orizzonte la pace e la democrazia, un percorso che parte non da una caserma, ma da un luogo simbolo della democrazia, come è Palazzo Trissino” ha detto il sindaco Variati, e se lo dice lui, quello che ‘gli zingari lavoreranno per pagarsi le bollette’, possiamo certamente fidarci.
In realtà, l’unico orizzonte reale è lo smantellamento della già claudicante democrazia occidentale.
I compiti della Polizia Nato:

NATOTrattare contro disordine pubblico e minacce alla pace,
La sicurezza statica degli edifici vulnerabili, ad alta priorità.

Protezione VIP e scorta,
Arresti ad alto rischio,
Agire contro il terrorismo e operazioni di contro-insorgenza.
Ricognizone e rimozione di Barricate
Ricerca di case e veicoli.
Sicurezza delle elezioni

Formazione di agenzie di polizia locale nel controllo della folla e dell’ordine pubblico.Mettiamo che in Italia, o in Francia, o in qualsiasi altro paese europeo si verifichino disordini, potrà intervenire la Nato? 
E cosa significa, ‘sicurezza delle elezioni’, che ‘controlleranno’ i seggi nel caso di elezioni che non piacciono a Washington?
E cosa significa, ‘rimozione barricate’? 
Che in caso di proteste popolari, gli zuavi della Nato massacreranno la folla?
Quando le forze di polizia sfuggono al controllo democratico – ed è il caso quando ci sono ‘polizia’ sovranazionali – allora si entra in una dittatura. 
Siamo già in una dittatura. 
Contro la quale è lecito combattere: con ogni mezzo.

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Nasce a Vicenza la “Polizia di stabilità” della Nato
martedì, 4, marzo, 2014
Nella sala degli Stucchi di palazzo Trissino, il sindaco Achille Variati ha portato il saluto alla prima conferenza internazionale per l’avvio del processo di costituzione e accreditamento Nato del Centro di eccellenza sulla polizia di stabilità, denominato Nato Stability Policing Center o Excellence (Coe).
Organizzata a palazzo Trissino dallo Stato Maggiore della Difesa con il supporto dell’Allied Command for Transformation (Act) della Nato, alla conferenza partecipano esperti, civili e militari provenienti da diversi Paesi.
“Oggi qui inizia un percorso che ha come orizzonte la pace e la democrazia, un percorso che parte non da una caserma, ma da un luogo simbolo della democrazia, come è Palazzo Trissino” ha detto il sindaco Variati prima dell’inizio della conferenza.
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NOI STIAMO CON PUTIN E LA RUSSIA!


La Russia ha il sacrosanto diritto di difendersi dalle rivoluzioni pilotate occidentali. 
E mentre noi diciamo no alle nuove strategie della tensione internazionale, anche in Europa si preparano a reprimere con la forza le rivolte popolari.

Non possiamo più far finta di niente e credere che i problemi tocchino solo agli altri, il rischio di una deflagrante rivoluzione popolare è altissimo in europa e soprattutto qui nei territori occupati della nostra Patria, la Serenissima Repubblica Veneta, in Sicilia, in Sardegna, a Trieste …
E l'italia cosa fà ???
Si è appella al Cremlino definendo «inaccettabile» la violazione della sovranità ucraina.
Ma da che pulpito arriva la predica … da uno stato straniero razzista, colonialista che occupa illegalmente e illecitamente anche i territori della Repubblica Veneta.
Siamo al grottesco di una farsa che ci porterà tutti dritti ad una guerra per difendere i nostri sacrosanti diritti e liberarci una volta per tutte da questi parassiti italiani.
WSM
Venetia, 6 marzo 2014
Sergio Bortotto, Presidente del MLNV e del GVP

1958331_610987965648212_275061943_nObama telefona e intima ritiro a Putin, lui tira dritto.
Gli Usa invitano la Russia a far rientrare le proprie truppe nelle basi in Crimea in modo da fermare ogni loro interferenza in qualsiasi altro luogo all’interno dell’Ucraina. 
Lo ha detto Barack Obama a Vladimir Putin nel corso di una telefonata nella quale ha aggiunto che gli Usa non parteciperanno alle prossime riunioni preparatorie per il G8. 
Violazioni continue da parte della Russia del diritto internazionale porteranno per Obama a un maggiore isolamento politico e economico di Mosca. 
L’Impero non ammette concorrenza.
La telefonata è avvenuta su richiesta americana. 
In risposta alla preoccupazione di Obama sulla possibilità di utilizzo delle forze armate russe sul territorio dell’Ucraina, Vladimir Putin ha risposto denunciando le azioni provocatorie e da parte degli ultranazionalisti ucraini che di fatto sono stati sostenuti dalle attuali autorità di Kiev.
Il presidente russo ha parlato di una vera e propria minaccia per la vita e la salute dei cittadini russi e i tanti connazionali che si trovano attualmente in territorio ucraino. 
Vladimir Putin ha sottolineato che in caso di ulteriore diffusione della violenza in Ucraina orientale e Crimea, la Russia si riserva il diritto di tutelare i propri interessi e la popolazione di lingua russa di quelle aree.
Forse, Obama, credeva di essere al telefono con Napolitano o Renzi.
Tratto da (CLICCA QUI)


Alcune considerazioni che spopolano su Facebook:

Usa: un miliardo e mezzo di dollari e un mazzo di rose rosse in piazza a Kiev per comprare il consenso ucraino…
La rosa rossa è il simbolo di un potente e diabolico ordine massonico ramificato a livello mondiale.
Quindi potrebbe leggersi come un avvertimento/minaccia di morte

Ucraina, commissario Ue intercettato: ‘Cecchini che sparavano su folla a Kiev erano dell’opposizione’
Clamorosa rivelazione. I cecchini che venivano ripresi dalle televisioni mentre sparavano contro i manifestanti e la polizia a Kiev sarebbero stati assunti dai leader degli stessi manifestanti di piazzaMaidan, lo si apprende in base a una conversazione telefonica trapelata tra il capo della politica estera dell’Unione europea, Catherine Ashton, e il ministro degli esteri estone.
Il commissario Ue non ha voluto fare commenti, quando avvicinata da Bruno Waterfield, corrispondente a Bruxelles del Telegraph.
“Vi è ora la comprensione più forte che dietro i cecchini, non era Yanukovich, ma era una persona dalla nuova coalizione al governo”, dice il ministro estone Urmas Paet durante la conversazione.
Scioccante. 
Assunti per creare un incidente mediatico che portasse alla caduta del governo eletto.
La telefonata è stata intercettata da ufficiali del servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU) fedeli al deposto presidente Viktor Yanukovich che hanno violato i telefoni del ministro degli Esteri estone Urmas Paet e l’Alto Rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Catherine Ashton. 
La loro conversazione è stata diffusa sul web.
I funzionari discutono le loro impressioni su ciò che sta accadendo nel paese dopo la rivoluzione.
La spiegazione su youtube: Pubblicato in 05/mar/2014 – Ufficiali di servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU) fedeli al deposto presidente Viktor Yanukovich hanno violato i telefoni di estone ministro degli Esteri Urmas Paet e Alto Rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Catherine Ashton e trapelato loro conversazione al web. I funzionari discutono le loro impressioni su ciò che sta accadendo nel paese dopo la rivoluzione. Il succo del discorso è che le persone ucraine non hanno fiducia in nessuno dei leader di Maidan. 
Ma la cosa più sorprendente di tutte è il fatto che riguarda l'uso della forza durante la rivoluzione, in particolare i cecchini hanno ucciso due manifestanti e agenti della polizia antisommossa. Mr. Paet rivela informazioni sorprendente che conferma le voci che i cecchini sono stati impiegati dai dirigenti della Maidan.
Tratto da (CLICCA QUI)

Una riflessione tratta da (CLICCA QUI)

Che cosa avete capito della crisi ucraina?
Verosimilmente che il popolo ucraino si è ribellato contro un presidente arrogante e autoritario, Viktor Yanukovich, il quale ha cercato di reprimere la protesta, uccidendo decine di persone, ma che alla fine è stato destituito.
La Russia si è arrabbiata e per ripicca ha invaso la Crimea.
Confusamente tu, lettore, avrai capito che il popolo vuole entrare nell’Unione europea, mentre Yanukovich e, soprattutto, Mosca si oppongono.
Fine.

000 - russia-ukraine-war-sevastopol-crimea-georgiaLa realtà, però, è un po’ diversa e assai più interessante.
Per capire cosa stia succedendo davvero occorre partire da un po’ più lontano, da una ventina d’anni fa, quando una delle menti più raffinate dell’Amministrazione Usa, Zbigniew Brzezinski – ancora oggi molto influente – indicò nell’Ucraina un Paese fondamentale nei nuovi equilibri geostrategici; da sottrarre alla Russia e portare nell’orbita della Nato e dell’America.
Allora iniziò una grande partita a scacchi tra Washington e Mosca.
Anzi, una lunga guerra, combattuta con armi non convenzionali.
Ad esempio usando le “rivoluzioni pacifiste”.
Il metodo si ispira alle teorie dell’americano Gene Sharp e fu applicato per la prima volta in Serbia nel 2000 in occasione della caduta dell’allora presidente Slobodan Milosevic.
Funziona così: proteste di piazza in apparenza spontanee sono in realtà pianificate con cura e guidate per il tramite di Organizzazioni non governative, Associazioni umanitarie e partiti politici; in un crescendo di operazioni pubbliche amplificate dai media internazionali e con appoggi all’interno delle istituzioni, in particolare dell’esercito, che finiscono per provocare la caduta del “tiranno”.
L’esperimento serbo piacque molto al Dipartimento di Stato che decise di sostenerlo altrove: nel 2003 in Georgia (Rivoluzione delle Rose) e l’anno dopo in Ucraina, quando, a Natale, il candidato progressista Viktor Juschenko (ricodate? Quello col viso butterato) sconfisse in piazza proprio Yanukovich, durante la Rivoluzione arancione.
Un capolavoro, che però, risvegliò Putin, il quale si accorse di tali metodi e, ossessionato dal timore che potessero essere usati nelle strade di Mosca contro di lui, avviò la “nuova guerra fredda” con gli Stati Uniti.
I rapporti da cordiali divennero glaciali.
E i suoi servizi pianificarono la riconquista dell’Ucraina, usando, a loro volta, strumenti non convenzionali quali ricatto del gas, sabotaggio dell’economia, disagi sociali, tecniche spin per demotivare e indebolire i partiti della coalizione arancione.
Risultato: nel 2010 Yanukovich fu eletto presidente e l’Ucraina lasciò l’orbita americana per tornare in quella russa.
Arriviamo così ai giorni nostri, con l’emergere di un’ulteriore, sorprendente variante.
La protesta da pacifica, diventa, almeno in parte, violenta.
Per opera di chi?
Non certo direttamente di soldati stranieri sul campo, bensì di estremisti.
E che estremisti!
Come ormai noto, ad assaltare i ministeri di Kiev non sono stati i pensionati ucraini, bensì milizie paramilitari neonaziste, ben istruite e ben armate.
I pacifisti sono serviti da corollario, soprattutto mediatico, ma a rovesciare Yanukovich sono stati guerriglieri antisemiti, fanatici e ultraviolenti.
Autentiche canaglie, il cui tempismo è stato perfetto: la sommossa ha raggiunto il suo apice durante i Giochi di Sochi ovvero nell’unico momento in cui la Russia non poteva permettersi rovinare il ritorno di immagine delle Olimpiadi.
Kiev bruciava ma il Cremlino era costretto a tacere.
Operazione sofisticata e magistrale, ufficialmente senza paternità, che però – ammainate le bandiere olimpiche – ha innescato la risposta del Cremlino, meno raffinata ma altrettanto spregiudicata.
Obama non immaginava che Putin potesse occupare la Crimea, così come il Cremlino non si aspettava la guerriglia filoamericana di Kiev.
Si sono sorpresi a vicenda.
E non finisce qui.
La guerra, sporca e asimmetrica, durerà a lungo sotto gli occhi dell’opinione pubblica mondiale che assisterà a tutto senza capire, ancora una volta, nulla.
FONTE
http://blog.ilgiornale.it/foa/2014/03/04/ucraina-il-segreto-che-nessuno-spiega-e-che-dovreste-sapere/
Pubblicato da  Giacomo Gabellini     a  4.3.14

CRISI UCRAINA-RUSSIA: MOTIVI CULTURALI E LA CRIMEA

di Matteo Boldrini
Crisi Ucraina Russia: motivi culturali e la Crimea
Il famoso scienziato politico statunitense Samuel P. Huntington, nel suo libro del 1996 “Lo scontro di civiltà e il nuovo ordine mondiale”, sosteneva che i conflitti del XXI secolo sarebbero stati combattuti non per semplici motivi ideologici o economici, ma per motivi culturali ed etnici, e suggeriva che per evitarli sarebbe stato meglio che i Paesi abitati da popolazioni di culture diverse si scindessero in due entità statuali diverse; come esempio di questa politica di divisione, il politologo prendeva, tra gli altri, anche l’Ucraina.
Indipendentemente dalle tesi dello studioso americano, in molte parti anche discutibili, il fattore culturale resta fondamentale per capire come si è sviluppata l’attuale crisi in Ucraina e quali esiti potrà essa avere. Infatti, anche se nell’iniziale protesta di piazza sono convissuti elementi di tipo diverso, molti dei quali appena considerati dai giornalisti italiani, sembra proprio il fattore culturale quello che ha portato all’innesco della miccia.
L’Ucraina è da sempre un paese a metà tra occidente ed oriente, tra Unione Europea e Russia.
Dei suoi 45 milioni di abitanti, quasi il 20% è di origine russa e parla abitualmente russo, oltre che ucraino.
La percentuale di russi è più bassa nelle regioni occidentali e più alta in quelle orientali e sud-orientali, raggiungendo il suo massimo nella penisola della Crimea, vero pomo della discordia della vicenda.
Lo stesso sistema politico e partitico ucraino ha risentito fortemente di questa divisione etnica, che ha tagliato l’asse di competizione tradizionale sinistra-destra non tanto in partiti russi ed in partiti ucraini, quanto piuttosto in partiti filo-russi, favorevoli ad un ritorno della Repubblica nella sfera di influenza di Mosca, e partiti filo-occidentali, che guardano principalmente all’Unione Europea e alla Nato come partner della propria collocazione internazionale.
Così, in seguito alle proteste di queste ultime settimane, il governo del presidente Janukovic, considerato filorusso, è stato costretto alla fuga dai manifestanti ed è stato sostituito da uno di solidarietà nazionale considerato più filo-occidentale; questo passaggio di potere ha portato a rafforzare ulteriormente la frattura creatasi all’interno del Paese, tanto che alcune regioni hanno cominciato a parlare più o meno apertamente di secessione.
Poiché la crisi si basa su fattori culturali e relativi alla collocazione internazionale, per cercare di capire quale sarà l’esito del conflitto diviene fondamentale analizzare il comportamento dei principali attori internazionali.
Un comportamento che tuttavia si è caratterizzato per posizioni confusionarie e a tratti contraddittorie.
Da una parte vi sono l’UE e gli Usa, ovviamente favorevoli ad un governo filo-occidentale in Ucraina, ma anche dubbiose verso certi elementi che lo compongono e preoccupate dalla possibile eccessiva destabilizzazione dell’area; dall’altra vi è la Russia, con Putin che si è sempre dichiarato sostenitore di Janukovic, ma che sembra assecondare gli intenti separatisti della Crimea.
Quest’ultima rappresenta il nodo cruciale della questione.
A lungo amministrata da Mosca e ceduta all’Ucraina in base ad un accordo tra Chruschev e la Repubblica Socialista di Ucraina nel 1954, nella regione la presenza di cittadini di origine russa è estremamente forte.
Quasi il 60% della popolazione è infatti di origine russa mentre i due terzi di essa parla abitualmente il russo, lingua ufficiale nella zona, e la ritiene la propria lingua madre.
Nella penisola sono molto forti gli interessi del governo di Mosca.
In base ad un accordo ventennale da poco rinnovato, i governi di Kiev e di Sinferopoli (la capitale della Repubblica Autonoma di Crimea) concedono alla Russia l’utilizzo di numerosi basi militari, in particolare quella navale di Sebastopoli che stanzia la maggior parte della flotta russa ed è il centro nevralgico degli interessi russi nel mediterraneo ed in medio oriente.
Per Putin potrebbe dunque essere troppo forte la tentazione di lasciar perdere il sostegno al governo ucraino (Janukovic si è sempre pronunciato contro la secessione) e fare in Crimea ciò che è stato fatto in altre regioni come l’Abcasia e l’Ossezia del Sud: supportarne l’indipendenza e la secessione per annetterle o consolidare la loro presenza nella sfera di influenza russa.
Potrebbe quindi sostenere le posizioni indipendentiste del nuovo governo della Crimea anche a costo di incorrere in uno scontro armato con l’Ucraina e nella reazione delle potenze occidentali.
È difficile capire in maniera chiara quali saranno gli sviluppi; l’Ucraina, in profonda crisi politica, finanziaria ed economica, difficilmente avrà la forza di sostenere un conflitto armato con la Russia, se non adeguatamente supportata, e l’atteggiamento ambiguo tenuto dalle forze occidentali sembra indicare la disponibilità di queste ad accettare la divisione del paese in due entità, collocate in due sfere di influenza distinte, una ad occidente ed una ad oriente.
La palla della partita resta per ora in mano alla Russia: da ciò che deciderà di fare dipenderà molto del futuro dell’Ucraina.
E visto l’ampio stanziamento di truppe in Crimea, sembra che Putin abbia già preso la sua decisione.