L’ARRIVO DI NAPOLEONE E L’INVASIONE DELLA REPUBBLICA

Storicamente, dall'anno 1797 nonostante la propria dichiarata neutralità la Repubblica Veneta veniva invasa dalle truppe francesi comandate da Napoleone Bonaparte.
L'invasione si inquadra nell'ambito degli sconvolgimenti politici prodotti dalla rivoluzioone francese (presa della Bastiglia del 14 luglio 1789) e dalle guerre rivoluzionarie francesi, scoppiate con l'entrata in guerra dell'Austria il 20 aprile 1792.
La decapitazione del re di Francia Luigi XVI, il 21 gennaio 1793, spingeva numerosi stati europei a riunirsi nella Prima coalizione, con l'intento di reprimere il fenomeno rivoluzionario.
Il pretendente al trono di Francia, il conte di Lilla Louis Stanislas Xavier, riparava per un periodo, nel 1794, a Verona, ospite della Repubblica di Venezia.
L'allontanamento di Luigi spingeva inoltre molte corti europee a manifestare il proprio disappunto al governo veneziano.
Nel 1795, con la Costituzione dell'anno III, la Francia poneva fine all'epoca del terrore e instaurava il governo di un Direttorio, che pianificò una grande offensiva a tenaglia contro le forze della coalizione: l'attacco principale avrebbe investito da ovest gli Stati del Sacro Romano Impero attraverso il Reno, mentre una spedizione di disturbo avrebbe colpito gli Asutriaci e i loro alleati da sud, anche attraverso il territorio della Repubblica Veneta.
La conduzione della campagna che avrebbe anche attraversato il territorio della Repubblica Veneta veniva affidata al generale Napoleone Bonaparte.
Questi nell'aprile 1796 attraversava con quarantacinquemila uomini le Alpi per scontrarsi con le forze austro-piemontesi.
La vittoriosa campagna travolgeva il Regno di Sardegna e il Ducato di Milano, controllato dagli Imperiali.
Il 9 maggio 1796 l'arcidua Ferdinando, governatore di Milano, riparava con la famiglia a Bergamo, in terra veneziana.
Il 15 maggio 1796 Napoleone entrava a Milano, costringendo contemporaneamente Vittorio Amedeo III di Savoia a firmare l'umiliante pace di Parigi, mentre gli asburgici ripiegavano nella difesa del principato vescovile di Trento.
Nel corso del conflitto la Repubblica di Venezia aveva mantenuto l'ormai tradizionale posizione di neutralità, ma i suoi territori si trovavano a questo punto nel pieno della direttrice d'avanzata dell'esercito francese in direzione di Vienna, dopo che la Francia aveva denunciato il 20 maggio l'accordo armistiziale, riprendendo le ostilità.
Il 12 maggio 1796, con l'avvicinarsi dell'esercito francese, il Senato della Serenissima aveva provveduto a nominare un Provveditore Generale per la terraferma, con l'incarico di sovrintendere a tutti i magistrati delle provincie (i reggimenti), le terre lombarde della Repubblica Veneta, venivano presto invase dalle masse di profughi in fuga dalla guerra, dalle truppe austriache sbandate o in fuga, cui si aggiungevano in breve le prime infiltrazioni di contingenti francesi.
Iniziava così l'invasione della Repubblica Veneta.