Nel corso dell’anno 466 gli abitanti delle isole lagunari, spinti dalla necessità di proteggersi meglio da nuove terribili invasioni, inviarono i loro rappresentanti a Grado per mettere in atto un sistema di autogoverno, basato sull’elezione annuale dei Tribuni, scelti fra le famiglie più in vista e più abbienti delle isole.
Venne a formarsi così la Federazione delle isole, che istituiva l’ Arengo o Concio generalis, ovvero un’assemblea popolare, espressione della sovranità del giovane Stato Lagunare, nella quale venivano parificate le varie classi sociali, affinché tutti potessero partecipare alla discussione dei pubblici affari.
Con la Federazione delle isole, nacque la storia del futuro Dogado , che si estenderà da Grado fino a Cavarzere ed alla foce dell’Adige, il fiume che permetteva ai barcaioli e battellieri lagunari di commerciare con l’entroterra sale e pesce, i prodotti che saranno le basi della futura ricchezza, della finanza e della potenza veneziana.
La capitale del Dogado venne fissata ad Eraclea, in quanto tale città manteneva stretti rapporti con Costantinopoli, mentre la vicina Jesolo intratteneva importanti relazioni con i Longobardi.
Con il passare del tempo, ciò dava luogo nello stesso Dogado a lotte interne e a divisioni a non finire fra le isole della Federazione, dovute anche a rivalità politiche, che vedevano le più antiche e facoltose famiglie schierate o con i bizantini o con gli stessi longobardi.
Ma il male peggiore arrivava dai pirati penetrati in laguna, che rapinavano e uccidevano crudelmente causando sgomento in tutte le isole, nonché creando un forte disagio alla navigazione e quindi al commercio del sale, fonte vitale di scambio.
Poiché, prima che le isole potessero organizzare un minimo di reazione, si doveva anzitutto convocare l’Arengo, presentare i problemi, discutere e deliberare, lasciando così ai pirati tutto il tempo di prendere il largo, nasceva spontanea la necessità di istituire un potere centralizzato con un capo unico per la Federazione delle isole, in modo di far rapidamente seguire alle decisioni, le necessarie azioni.
Giungeva così l’anno 697, dove nella chiesa di Eraclea, sede istituzionale dell’ Arengo, veniva eletto il primo Duca, più tardi chiamato venezianamente Doge, nella persona di Paoluccio Anafesto (697 – 717) di Oderzo, con il quale nasceva ufficialmente il Dogado.
Tutte le isole della laguna da Grado a Cavarzere esprimevano una “volontà unificatrice” e pur mantenendo ciascuna il proprio governo tribunizio, erano ora guidate da un capo unico: il DOGE, nelle cui mani si concentravano le principali funzioni della pubblica amministrazione, mentre alla sua autorità si legarono tutti gli abitanti del Dogado, mediante la prestazione del giuramento di fedeltà.
L’elezione di un capo unico che governava l’agglomerato lagunare, stava a significare che il potere della nascente Serenissima Repubblica di Venezia, non era soggetto ad altri se non al riconoscimento del basileus, (imperatore bizantino).
Per quanto divenuto elettivo, il Doge restava comunque il suddito e l’uomo dell’imperatore di Bisanzio e quando nel corso del tempo questo legame si allentò, l’impronta bizantina persistette ugualmente intorno al capo di Stato veneziano, nei titoli che portava, nel cerimoniale di cui si circondava, nello stesso carattere del potere che esercitava, perfino nell’abbigliamento ducale che indossava.
Renato Venessian