VENEZIA NEL XIV E XV SECOLO

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Nonostante Venezia avesse nel mare il centro dei propri interessi economici, essa mantenne sempre vivi i legami col proprio entroterra, esercitando una forte attrazione sulle tormentate città della Marca Trevigiana.
Già nel 1291 Motta di Livenza passò alla Repubblica, primo territorio di Terraferma a darsi liberamente e spontaneamente al governo di Venezia, guadagnandosi il titolo di figlia primogenita della Repubblica.
A partire dal XIV secolo la Serenissima iniziò ad intervenire in maniera sempre più decisa nella politica regionale, soprattutto per impedire che il potente stato carrarese ne minacciasse le vie di comunicazione terrestri e fluviali.
Nel 1318, infatti, Padova aveva perduta la propria libertà comunale, divenendo signoria dei da Carrara, che presto entrarono in conflitto con Venezia e con Verona, che nel 1329 aveva sottomesso Treviso.

Dall'Allegazione di Marco Sanudo
scritta il 21 luglio 1329,per ottenere favorevole sentenza in una questione di possesso.
"A vui nobili signori Plovegi expono io Marco Sanudo per nome de Sier Marco Celsi dela contrada de santa Trinita cum zo sia che io sia avanti la vostra, Signorìa demandando che un logo lo qual fideva dito peschera lo qual è deponudo en la contrada de sancta Trinita apresso l'arsenà del comun, lo qual descorre per longetudene da lo rio de la Celestria enfina lo bersaio de Sen Martin, la qual peschera io digo esser de lo sovradito Marco Celso da lo qual eo è (ebbi) comission a plen secondo come io ve mostro per una carta de documento fata en mille e cento e XXVIIIj de lo mese de fevrero, indicion octava in Rialto.
(Dal codice del Piovego, frammento esistente alla Marciana, riprodotto da Bartolomeo Gamba, nella "serie degli scritti veneziani" da lui compilata ed illustrata ed: Alvisopoli 1841 Venezia)

Il potere e l'influenza crescente della Repubblica spinsero i suoi vicini a ricercare l'alleanza con la Repubblica di Genova, principale rivale commerciale e marittimo di Venezia.
Nel 1379, dunque, venne stipulata un'alleanza riunente la Superba, i Carraresi, il Ducato d'Austria, il Regno d'Ungheria e il Patriarcato di Aquileia, scatenando contro Venezia la Guerra di Chioggia, conclusa nel 1381 con la vittoria sul mare contro Genova e la perdita di Treviso per terra, ceduta a Leopoldo III d'Asburgo.
Al contempo, l'insidiosa minaccia costituita dallo stato visconteo, impadronitosi fra il 1387 e il 1390 di gran parte del Veneto, ed il crescente potere degli Ottomani in Oriente spinsero Venezia a risolvere con maggior decisione la questione del controllo sulla terraferma.
Dapprima la Repubblica reagì con decisioni alle mire di Francesco Novello da Carrara, riprendendosi Treviso nel 1388.
Quindi in rapida successione praticamente tutte le terre della marca trevigiana: il 28 aprile 1404, il Senato accettò con due soli voti di maggioranza la dedizione di Vicenza[senza fonte], pochi giorni dopo fu la volta di Cologna Veneta (7 maggio), Belluno (18 maggio), Bassano (10 giugno), Feltre (15 giugno), e quindi dell'Altopiano dei Sette Comuni il 20 febbraio 1405.
Il 22 giugno fu la volta della dedizione di Verona, finché da ultimo cadde la stessa Padova, il 22 novembre: gli ultimi Carraresi finirono così la loro esistenza in prigionia.
L'espansione di Venezia sulla terraferma fu accompagnata dalla concessione di particolari statuti e autonomie ai nuovi territori, che garantivano il mantenimento di gran parte degli istituti e delle leggi pre-esistenti, in cambio dell'atto di omaggio alla Repubblica, del pagamento di regalie e dell'accettazione di governatori inviati dal Maggior Consiglio.
Nel corso del Cinquecento, la Repubblica di Venezia espanse ulteriormente i propri possedimenti, includendo nel 1420 il Cadore e il Friuli, seguiti nel 1428 da Brescia, Bergamo e Crema e conquistando il Polesine, già occupato nel 1405 e definitivamente strappato al duca di Ferrara nel 1484.