2013.11.22 – BRETAGNA SUL PIEDE DI GUERRA, I BONNET ROUGE E I VENETI CELTICI

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L'Europa è ormai un focolaio di scontri; le politiche centraliste e repressive degli stati unitari stanno dando i loro frutti; le popolazioni, che hanno visto erodere le loro tradizioni e libertà in questi decenni, hanno raggiunto il punto di rottura.
Le grandi burocrazie centraliste, che si cibano delle risorse dei cittadini-sudditi, imboniti da sedicenti democrazie che altro non sono se non dittature mascherate, hanno ormai toccato il fondo. L'ultimo incendio, uno di quelli più distruttivi per ora, è scoppiato in Bretagna; l'ennesimo balzello proveniente da Parigi ha fatto traboccare il vaso del Popolo Bretone, che già malvolentieri subisce l'occupazione francese sui suoi territori.
La Bretagna è infatti decisamente disaffezionata a Parigi, l'uso della lingua francese e l'interruzione dell'insegnamento delle lingue locali è imposto per legge solo dal 1994, inoltre i Bretoni si battono da anni per l'annessione della quinta provincia mancante alla Bretagna, un milione di bretoni si trova infatti nella provincia di Loire-Atlantique, assieme alla città di Nantes, un tempo capitale della Bretagna, divenuta in seguito parte della regione Pays de la Loire.
 
I "BONNET ROUGE"
Tornando alla cronaca, in questi giorni si stanno consumando violenti scontri nei territori bretoni, dovuti come si diceva all'ennesima imposizione fiscale del governo francese, che dopo aver taglieggiato gli autotrasportatori, ha spostato le sue mire sugli agricoltori, in pratica le due realtà economiche più forti della popolazione locale.
L'inevitabile protesta ha una portata imponente, che è sfociata nella distruzione di diversi caselli autostradali dati alle fiamme o fatti saltare, oltre a scontri quotidiani con le forze dell'ordine. Tratto distintivo della protesta sono i "bonnet rouge", i berretti rossi che ricordano la rivolta fiscale del XVII secolo nella regione di Carhaix (e non la rivoluzione francese come vorrebbero far credere i media italiani, in malafede o per ignoranza), dovuta a un aumento delle tasse del 1670, proprio come accade oggi.
 
L'ARMORICA E I VENETI CELTICI
La storia bretone è intrecciata a quella Veneta, infatti la popolazione dei Veneti abitava la zona del Morbihan, in Bretagna (all'epoca parte della Gallia). La loro città più famosa (probabilmente la loro capitale) era Darioritum (oggi nota come Vannes), menzionata nella Geografia di Tolomeo. Giulio Cesare li cita nel suo "De Bello Gallico":
« I Veneti sono il popolo che, lungo tutta la costa marittima, gode di maggior prestigio in assoluto, sia perché possiedono molte navi, con le quali, di solito, fanno rotta verso la Britannia, sia in quanto nella scienza e pratica della navigazione superano tutti gli altri, sia ancora perché, in quel mare molto tempestoso e aperto, pochi sono i porti della costa e tutti sottoposti al loro controllo, per cui quasi tutti i naviganti abituali di quelle acque versano loro tributi.. »
Si formò, nella Gallia occidentale, una federazione delle tribù Celte galle. I Celti bretoni individuarono nella penisola la "marina", detta nella loro lingua armor, e le terre boschive dell'entroterra (argoat).
Fu la parte occidentale della penisola ad accogliere la più cospicua migrazione di popolazioni celtiche, fatto conservato nella toponimia locale: essi saranno chiamati Aremorici, cioè "quelli che vivono davanti al mare", e Armorica venne utilizzato, in definitiva, come nome per tutta la penisola. 
L'Armorica si estendeva dalla Loira alla Senna ed era abitata da numerosi popoli celti i cui nomi si sono conservati nei toponimi moderni della regione e delle regioni vicine: Osismi (Ouessant), Lexovii (Lisieux), Baiocassi (Bayeux), Abrincati (Avranches),Cenomani (Le Mans), Diablinti (Jublains), Riedoni (Rennes/Roazhon), Coriosoliti (Corseul), Namneti (Nantes / Naoned) e soprattutto i Veneti (Vannes/Gwened), che esercitavano un'egemonia economica e politica sulla federazione armoricana, controllando anche le relazioni marittime verso l'isola di Britannia (la Gran Bretagna di oggi). 
Durante la campagna di conquista della Gallia, Giulio Cesare trovò non poche difficoltà ad avere la meglio sulle popolazioni Venete, fu solo nel 56 a.C., con una flotta che comprendeva le navi dei Pitti e dei Namneti, da sempre ostili ai Veneti, riuscì nell'impresa.
Una simpatica curiosità è che il famoso fumetto di Asterix e Obelix narra di un piccolo villaggio bretone, precisamente situato proprio in Armorica, che resiste, ultimo baluardo della Gallia, alla conquista romana attorno al 50 a.C. grazie alle prodezze dei due eroi protagonisti.
Rileggendo la storia, non è difficile accumunare a questo villaggio un ipotetico villaggio di Veneti, che per l'appunto furono gli ultimi a resistere all'espansione romana, oltre ad essere dei gran viaggiatori, come Asterix, che nelle sue avventure incontrerà Cleopatra e sbarcherà nelle Americhe.
Mandiamo quindi la nostra solidarietà al Popolo Bretone, e appoggiamo in toto la loro battaglia contro il centralismo soffocante, in nome del rispetto per i Popoli e le loro antiche tradizioni, e per la liberazione di tutte le Nazioni occupate dai regimi stranieri.
WSM

Venetia, 22 novembre 2013

Davide Giaretta

Provveditore Generale del MLNV e del Governo Veneto Provvisorio