2013.06.10 – IL RAZZISMO E IL COLONIALISMO ITALIANO… RIMOSSI 14 SECOLI DI STORIA DAL MUSEO CORRER!

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QUANTO TEME L'ITALIA IL RISVEGLIO DI COSCIENZA DEL POPOLO VENETO???

articolo mattino di padova

(da un articolo di Davide Guiotto)
Rimossi 14 secoli di storia dal Museo Correr – interrogazione in Regione
Sta per arrivare in Consiglio Regionale la protesta contro quanto sta avvenendo da mesi ormai presso il Museo Correr, uno dei più famosi musei veneziani.
Il 5 giugno è stata presentata infatti dal consigliere M.Foggiato un’interrogazione per far luce su quella che sembra essere, di fatto, una vera e propria censura della memoria storica della Civiltà Veneta: da qualche anno a questa parte “il museo ha mutato conformazione, si sono accantonati i materiali prestigiosi di storia veneta, quelli che tutto il mondo venendo a Venezia vuole apprezzare e conoscere, al fine di valorizzare la conoscenza di ciascuno su questo mondo incantevole. Nel contempo venivano messi in primo piano ambientazioni tirate a nuovo, non di meno banali, che riproponevano il soggiorno di Napoleone, della principessa Sissi, di Francesco Giuseppe e dei Savoia”.
Ma andiamo per ordine. Fra i primi a sollevare il caso attorno a questa vicenda è stato il Presidente dell’Associazione “Europa Veneta”, Edoardo Rubini, che attraverso un comunicato stampa ha denunciato come fosse stata “maldestramente sconvolta l’esposizione dei pregiatissimi pezzi, frutto di preziosi lasciti e importantissime acquisizioni collezionate nel tempo, nel segno del recupero 
e della valorizzazione della storia veneta: si è proceduto alla rimozione e all’accantonamento delle testimonianze più importanti, riferite alle vittoriose campagne navali del futuro Doge Francesco Morosini, e alla dispersione di pezzi “storici” di ingente valore, allo snaturamento delle precedenti ricchissime sale dedicate alla storia veneta. Con i nuovi allestimenti, 14 secoli di storia veneta sono divenuti una trascurabile parentesi davanti ai fasti di effimere occupazioni straniere, che vengono esaltate come prodromo dell’italico trionfo con un po’ di ciarpame neoclassico, su cui vengono impiantati tricolori e la solita retorica illuminista e patriottarda. Tutto ciò è avvenuto, come al solito in questo cosiddetto stato, nel silenzio assordante della stampa e delle istituzioni cittadine. […] Io, cittadino obtorto collo di questa specie di stato – prosegue Rubini – mi sento incredulo e avvilito per quanto accade. Nella famosa Ala napoleonica sorgono le sale ottocentesche del Museo perché durante il primo Regno d’Italia (1805-1814) l’occupazione francese provvide a demolire la chiesa di San Giminiano e i due bracci della Procuratie Nove e Vechie che si congiungevano ad essa; al loro posto fu realizzata una sala da ballo dove il conquistatore francese potesse celebrare i suoi fasti, dopo essersi proclamato imperatore.
Ecco come appariva Piazza San Marco in precedenza:
piazza San Marco
 

 

 

Negli ultimi mesi il restauro delle sale ottocentesche (di quello che oggi è ribattezzato Palazzo Reale di Venezia) è stato completato, su iniziativa del Comitato francese per la Salvaguardia di Venezia e con il mecenatismo del World Monuments Fund.

Il Comitato Francese per il recupero del Palazzo Reale veneziano dal 2000 – nell’ambito del Programma Unesco – Comitati privati internazionali per la salvaguardia di Venezia – ha proseguito i lavori sugli appartamenti di rappresentanza (2000-2004) e nelle altre sale di nuova acquisizione, affacciate sui giardini e sul Bacino. Alla fine di questa incredibile mutazione, il museo ha messo in primo piano l’ala già abitata da Napoleone, da Sissi a Francesco Giuseppe e dai Savoia”.
Quindi la visita del museo Correr, un tempo rivolta alle collezioni strettamente legate alla storia della Veneta Repubblica, come da volontà del suo fondatore Teodoro Correr (da La Gazzetta di Venezia, 26 febbraio 1830: “tutta la sua facoltà mobile, immobile, azioni, ragioni, crediti abbiano a servire di patrocinio a questa sua Pubblica istituzione, ch’egli pone a tutela della Città di Venezia”) è oggi dichiaratamente riservata alle occupazioni straniere post 1797.
Ora la parola passa alla politica veneta, che a breve dovrà interrogarsi su “quali iniziative si intendano intraprendere affinchè il Museo ritorni in linea con le volontà del fondatore Teodoro Correr e, in particolare, se e quando possano venire rimessi i pezzi storici al loro posto ed essere progettata nel contempo la loro nuova sistemazione in modo da conferirvi massime centralità e visibilità, con allestimenti esplicativi all’avanguardia, che consentano al visitatore di entrare nel vivo della Venezia del tempo”.
Un’interrogazione che dovremmo tutti fare nostra.
Davide Guiotto