IL FRANCESCHI “ASSOLTO” DAL SUO TRIBUNALE … CHE DI VENETO NON HA PROPRIO NIENTE!

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ALBERT GARDIN ... E L'ARTE DI APPARIRE AD OGNI OCCASIONEDel socio Life Luciano Franceschi avevamo già fatto cenno in un precedente comunicato lo scorso agosto.
Fondatore più di un decennio fa della vera “Polisia Veneta”, l’ormai noto “venetista” Franceschi era a suo tempo già balzato agli onori della cronaca per aver sparato diversi colpi di pistola al direttore di una banca nel Padovano quasi un anno fa, dopo aver parcheggiato l’auto nelle vicinanze con dentro proprio la divisa della fantomatica ed evanescente “Polisia Veneta”.
Pare che il movente del gesto criminale fosse legato ad un prestito contratto dallo sparatore con l’istituto bancario.

Peraltro, già da subito non si era “capito” come mai in occasione del primo blitz delle Digos messo a segno giovedì 5 novembre 2009 nella brillante operazione tutta orgogliosamente italiana etichettata “Polisia Veneta”, al venetista Franceschi non sia mai stata sequestrata quella pistola poi utilizzata in quel delitto di tentato omicidio, mentre ai militanti del MLNV sono state rapinate da casa anche le pistole sportive legalmente detenute e chiuse in cassaforte.
Così com’era apparso “strano” anche il fatto che il Franceschi non sia stato sequestrato e sorvegliato a vista per ore negli uffici delle digos, come è accaduto a tutti i militanti del MLNV.
Del resto – in tutta franchezza – ci si poteva aspettare qualcosa di diverso dalla giustizia italiana e dai suoi metodi?

A proposito, come mai i giornaletti di regime italiano omettono di associare il nome del socio life venetista Franceschi alla “Polisia Veneta” da lui fondata?
Eppure anche la cronista della Tribuna lo aveva chiesto all’ex prefetto straniero italiano a Treviso Adinolfi, nel corso dell’intervista in occasione del suo congedo dorato: “Accanto alla lega è cresciuto negli anni scorsi anche un movimento di “estremismo federalista” come la Polisia Veneta. Folklore o spia d’allarme?”.
Se riferita alla Polisia Veneta del Franceschi, la risposta è alla portata di tutti. Nel frattempo, mentre l’ideatore-fondatore va assolto dalla Corte Veneta, cala il sipario del teatrino gossiparo mediatico giornalistico, con lo strabismo tutto italiano: in questo caso, infatti, di “Polisia Veneta” neppure un cenno, chissà perché.

In questi giorni il socio life venetista Luciano Franceschi è balzato ancora una volta suo malgrado agli onori del gossip giornalistico, seppur indirettamente, per aver chiesto e ottenuto – udite udite – nientepopodimeno che il giudizio e una pronuncia di quell’Alta Corte di Giustizia Veneta partorita da un autoreferenziale governo veneto-life fai-da-te.
E qui l’innato senso di giustizia e il pragmatismo dei venetisti-padroncini imprenditori life non si sono fatti attendere: in perfetta concorrenza con la giustizia straniera italiana, l’alta corte di giustizia veneta ha mandato assolto con formula piena l’imputato dall’accusa italiana di tentato omicidio, accusando per contro il direttore della banca – colpito quasi mortalmente dai proiettili esplosi dall’imputato assolto – di aver voluto opporre resistenza ad un socio life con i cosiddetti marciani sotto, e con pistola in pugno pronta a fare fuoco.
In soldoni, colpevole è stato giudicato il direttore della banca, e mica di cosa da poco, eh: di “rambismo”, così impara a reagire.
Di primo acchito, pare essere una nuova figura delittuosa a metà strada tra il delitto di lesa maestà e una forma di eroismo, inopportuno e sconsiderato. Ma tant’è.

Senza voler entrare nel merito dei ragionamenti logico-giuridici sottesi alla pronuncia di tale verdetto della Corte veneta – e non una qualunque di primo grado o periferia, ma niente meno che l’Alta Corte di Giustizia – entrando nel merito della sentenza, appare in tutta evidenza come si trattasse in realtà di tutelare le ragioni del fido contratto dall’imprenditore veneto contro le ragioni di una banca italiana.

Lo si evince dallo stesso dispositivo della sentenza: “Dalla lettura dei fatti risulta evidente come il Franceschi non avesse alcuna intenzione di arrecare danno al Gambarotto o ad altri funzionari, ma di imporre il rispetto dei diritti delle imprese venete da parte del sistema bancario italiano”.

Lo sottolinea ai cronisti italiani pure il presidente del massimo organo giudicante veneto fai-da-te: “La Corte ha valutato che il gesto del Franceschi non rappresenta un tentativo di omicidio ma di difesa rispetto alle tremende strette usuraie della banca.
Se vediamo le cose da questo punto di vista, ecco che tutto acquista un’altra valenza rispetto a quella che vogliono dare le istituzioni italiane”.

È tutto più chiaro, adesso?

tieni duro

L’imputato armato di pistola col colpo in canna, pronto a premere il grilletto, di fronte al direttore voleva solo esercitarsi al tiro sulle suppellettili: giustizia è fatta, che diamine!

Con buona pace dell’ideale della liberazione della Patria Veneta dallo stato straniero colonialista e razzista italiano e dal suo governo Bilderberg.

Con buona pace del legittimo e sacrosanto ripristino della sovranità del Popolo Veneto sui Territori della mai estinta Repubblica di Venezia.

Così, mentre questi autoreferenziali organi giudicanti e governi veneti fatti in casa da una parte riescono a farci almeno sorridere, tanto si rendono ridicoli i loro rappresentanti autoproclamati pur di far parlare di sé, dall’altra nulla fanno per opporsi lecitamente e legittimamente all’inasprirsi delle politiche fiscali, razziste e colonialiste dello stato straniero occupante italiano contro tutto il Popolo Veneto nei Territori della Repubblica di Venezia.

Ma non finisce qui. L’alta corte di giustizia veneta è talmente indipendente da produrre la propria sentenza alla prossima udienza del processo Franceschi presso il tribunale italiano a Padova, pare addirittura sotto forma di istanza (sic!).

Lo ha anticipato alla stampa italiana Albert Gardin in persona, il presidente del governo veneto life, che puntualizza come quel giudizio costituisca a suo dire “anche l’inizio dell’attività giudiziaria autonoma del Tribunale Veneto”.
Ipse dixit.

A questo punto viene da chiedersi se per pronunciarsi quella Corte non potesse aspettare il prossimo martedì grasso.

Viva San Marco.

Venetia, martedì 14 gennaio 2014

dott. Paolo Gallina – Vice Presidente del MLNV