2013.12.11 – IO SONO ITALIANO DI NAZIONALITA’ VENETA.

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Trovo che spesso si fa una estrema confusione quando si adotta la parola italiano.
Dante Alighieri si sentiva italiano quando soffriva sopra l'Italia: “Ahi, serva Italia di dolore ostello/nave sanza nocchiero in gran tempesta/non donna di provincia, ma bordello”.
Eppure si sentiva fiorentino, parte integrante di quel comune-nazione, cacciato dal quale si sentì esule dalla propria patria.
Morì in esilio infatti, in Italia, ma nella nazione dei Da Polenta.
Riposa a Ravenna.
Che cosa è successo perché noi oggi la pensassimo in modo tanto diverso?
Perché odiare o vituperare l'Italia?
La Rivoluzione francese ha esportato il male della concezione illuminista e massonica.
Ha tolto tutte le differenze in nome dell'uguaglianza che poi è diventata appiattimento della plebe sotto un capo che poteva fare tutto, fosse questo capo l'imperatore Napoleone o un governo cosiddetto democratico, di fatto ristretto ad una oligarchia che tale è rimasta anche se il numero degli elettori si è allargato dai grandi elettori al suffragio universale.
Basta andare a Fontainbleau per godere dei capricci del capo Napoleone che potè personalizzare qualunque dei suoi numerosi oggetti d'uso quotidiano.
Basta non scandalizzarsi delle note spese dei nostri oligarchi.
La concezione rivoluzionaria che si è sviluppata con i vari risorgimenti nazionali ha fatto piazza pulita delle differenze, delle culture, delle civiltà.
Ha detto a tutti: siete italiani e cioè non più veneti, non più napoletani, non più siciliani, non più sardi, non più del granducato di toscana, non più viscontei…
Ha illuso di essere tutti savoiardi, ma alla fine ha ingoiato anche questi re barando al referendum del 1946.
E a tutti ha posto l'obbligo di pagare le tasse, perché si dovevano pagare i debiti delle guerre di indipendenza.
La sola tassa sul macinato  fu per molti grave come la crisi degli ultimi cinque anni portando al suicidio i più fragili.
E a tutti ha imposto che si dovevano difendere i sacri confini della patria creando per la prima volta unità nazionale negli ossari del nord che pongono uno vicino all'altro abitanti della Sicilia, della Campania, della Sardegna, del Veneto…
E fu e resterà facile il sogno del dittatore e anche la realizzazione del sogno… se non ci fosse un potere, una dittatura, più in alto…
Ah, sì: l'Europa!
E lo vediamo come si sta entrando nelle nazioni usurpatrici delle realtà più piccole per farle diventare una unica nazione guidata da…
Non ci è ancora dato di saperlo.
Tuttavia anche quella sarà una fase intermedia per diventare sudditi di un potere occulto (ancora) mondiale.
Aut Caesar aut nullus ripete Chaplin interpretando il dittatore Hynkel che gioca col mappamondo gonfiato che gli scoppierà tra le mani.
Perché il grande laboratorio di idee del diciannovesimo secolo è stato chiuso per restauri di fronte alle imposizioni mazziniane?
Gioberti aveva una idea.
Pure Rosmini.
Pure molti altri.
Ma Mazzini era…
Chi detiene il potere occulto sa bene chi era…
Per questo io contesto questa immagine di Italia e mi vanto di essere italiano veneto, della nazione veneta.
Il mostro sarà debellato quando l'Italia ritornerà ad essere un ricamo di nazionalità rianimate, libere, legate da una civiltà millenaria, ma diverse, capaci di creare l'arte, la politica, la religiosità, la filosofia, l'economia… italiane perché impegnate ad essere soprattutto se stesse, perché impegnate ad essere soprattutto una unità spirituale.
Sono fiero di essere italiano, ma in questo modo: libero di essere me stesso, libero di essere veneto, libero di essere artefice della mia nazione, libero di collaborare e non di essere schiavo delle nazioni vicine, né tanto meno di una patria artefatta, razionalista, illuminista, massonica, che mi vuole suddito e non cittadino.
di Mario Corato