2013.03.02 – LEGGENDA METROPOLITANA

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di Mario Corato


se come disse Mc Luhan

il mondo è un villaggio globale


Si è creata una leggenda attorno a tentativi maldestri di far emergere la sofferenza veneta: dal blindato in piazza san Marco con relativa occupazione del campanile fino ad disperato che entra in banca e spara sul direttore dichiarando poi una farneticante appartenenza indipendentista.

I media fanno man bassa di questi episodi dai quali qualche giornalista sbava di procurarsi uno scoop.

Eppure l'etica professionale avverte il cronista, prima che lo storico, di affidarsi ai fatti e di registrarli quanto più possibile aderendo al vero.

Invece si fanno illazioni, si tracciano ragnatele e su di esse vi si appiccicano ragni, magari tarantole.

Se poi a far la verità entra un funzionario governativo e per di più incalzato da un mandato superiore che esige il mostro in prima pagina eccoti il medesimo trasformato in Lestrade a mettersi tra i piedi di Holmes fiero delle proprie deduzioni.

LEONE 3Così, ad esempio, un “Ocio!”, suggerito al presidente della repubblica italiana in visita nel Veneto, diventa una intimidazione contro la quale si reagisce cercando arsenali militari e attentati pianificati.

Non si discerne assolutamente che cosa significhi nel lessico veneto quel “ocio”.

E' la madre che lo dice alla figlia che si incammina lungo la statale: “Ocio a le machine!”;

è il padre che avverte il figlio che l'ha seguito nella racconta dei funghi: “Ocio a le vipare”;

è il compagno di lavoro che avverte l'a mico: “Ocio ca saldo!”.

“Ocio” è una espressione verbale il più delle volte positivamente attentiva nei riguardi di una persona che potrebbe subire dei danni.

Perché quell' “ocio” non avrebbe potuto significare: “Caro signor Napolitano, sta attento: c'è forse un forsennato che per avere visibilità potrebbe farti qualche brutto scherzo;

io soffro di questa situazione balorda che come le altre mette in cattiva luce la trasparenza del MLNV;

io percorro la mia strada alla luce del sole; ma tu non farti del male e non dare adito a reazioni che non portano a nulla!”.

No, su quel “ocio” sono stato sguinzagliati gli 007 a rompere le scatole agli innocenti, penetrando nel sacrario delle loro famiglie: solo per aver invitato alla prudenza.

Sì, quando la leggenda impera, ci si dimentica che esiste un potere sovranazionale, occulto, meglio ancora esiste il Ruffiano che, ben foraggiato in tutto, si aggira cercando il balordo.

Trapela solo adesso, dopo la celebrazione dei fasti delle primavere arabe, di fronte ai nefasti di un potere che vuole completare la mezzaluna portandola alla circonferenza completa… ci si accorge che il Ruffiano con i suoi satrapi ha creato “il caso”; “il caso” ha richiamato i “tutori della libertà”;

da buoni poliziotti dell'orbe hanno messo pedine nuove al posto delle vecchie; hanno detto “anche questo è a posto”.

A posto come?

E forse fino a quando l'industria bellica avrà nuovamente riempito i magazzini:

Parlerò del Ruffiano.

Intanto vorrei che fosse chiaro, nella leggenda venetista, che ogni persona, che ogni realtà che si mettono ad urlare per una libertà conculcata si tratta solo e sempre di una manifestazione di un corpo sociale dolente, sul quale si curvano in molti e con le intenzioni più diverse.

E sulla sofferenza c'è chi specula.

E lo speculatore è apparentato al Ruffiano.

E se non si specula ecco la necessità di risolvere il problema tutto in blocco cercando di prendere piccione, fava, colombara, tegume…: abbiamo individuato il mostro; ora cerchiamo le armi;FOTO MLNV

dove sono le bandiere?

E le divise?

Troviamo la banca dati!

Mandiamo avanti l'araldo della verità, “espresso”.

Trasformiamo i media locali in profeti di quanto dovrà fare il potere esecutivo e semmai di quello giudiziario.

Il MLNV nell'oggi sta scrivendo la Storia e non si ammanta di leggenda, ne' con le leggende ha qualcosa da spartire.