2012.11.08 – INNO ITALIANO INSEGNATO A SCUOLA PER LEGGE… MA NON E’ IL NOSTRO INNO, COME L’ITALIA NON E’ LA NOSTRA PATRIA

Print Friendly, PDF & Email

Come al solito questi vigliacchi pretendono di imporre le loro falsità storiche e i loro falsi miti, ma presto ci libereremo di questa infamia.
Dovremmo veramente conoscere le parole di questo inno italiano che non ci appartiene in alcun modo, né per verità storica, né per l'odio che fomenta:
 
Fratelli d’Italia,
l’Italia s’è desta,
dell’elmo di Scipio
s’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popoli,
perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l’ora suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
Uniamoci, uniamoci,
l’unione e l’amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
Dall’Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
 
Nel frattempo ecco una risposta molto appropriata trovata su facebook:
 
[includeme src=http://www.youtube.com/embed/v17Zv5MF6A8 frameborder=0 width=200 height=200]
 

 
Tratto da un articolo de L'INDIPENDENZA.COM

E’ legge! In tutte le scuole verrà insegnato l’inno di Mameli
di FRANCO POSSENTI
Il Senato ha detto sì al disegno di legge, già approvato alla Camera che introduce lo studio obbligatorio dell’Inno di Mameli a scuola “nell’ambito delle attività finalizzate all’acquisizione delle conoscenze e delle competenze relative a ‘Cittadinanza e Costituzione’”, la materia introdotta dal ministro Mariastella Gelmini durante l’ultimo governo Berlusconi.
Con la legga approvata oggi si istituisce anche la “Giornata dell’Unita’ nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera” nel giorno 17 marzo di ogni anno, in ricordo del giorno in cui, nel 1861, fu proclamata, a Torino, l’unità d’Italia.
Il testo votato porta la firma della deputata Pdl Paola Frassinatti (che fu la prima alla Camera a cominciare la battaglia per lo studio dell’Inno di Mameli a scuola) e della collega del Pd Maria Coscia.
Il testo ha assorbito un provvedimento simile del governo.
Contraria fino all’ultimo la Lega che ha votato contro e che già alla Camera aveva tentato di bloccare l’iter del provvedimento.
Anche al Senato ha presentato delle pregiudiziali di costituzionalità, ieri, per tentare lo stop.
Ma invano.
Qualche voto contrario anche nel Pdl come quello apertamente dichiarato della sentarice Diana De Feo.
Mentre nel Carroccio il senatore Paolo Franco ha deciso di non partecipare al voto “offeso” per il veto posto su alcuni emendamenti.
A decorrere dall’anno scolastico in corso, spiega il testo approvato in via definitiva dal Senato, nelle scuole di ogni ordine e grado “sono organizzati percorsi didattici, iniziative e incontri celebrativi finalizzati ad informare e a suscitare la riflessione sugli eventi e sul significato del Risorgimento nonché sulle vicende che hanno condotto all’Unita’ nazionale, alla scelta dell’inno di Mameli e della bandiera nazionale e all’approvazione della Costituzione, anche alla luce dell’evoluzione della storia europea”.
Nell’ambito di queste iniziative “è previsto l’insegnamento dell’inno di Mameli e dei suoi fondamenti storici e ideali”.
A questo scopo “la Repubblica riconosce il giorno 17 marzo, data della proclamazione in Torino, nell’anno 1861, dell’Unità d’Italia, quale ‘Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera’, allo scopo di ricordare e promuovere, nell’ambito di una didattica diffusa, i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonché di riaffermare e di consolidare l’identità nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica”.
La Giornata di cui al presente comma non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, 260.
Cioè?
Insomma, non ci sarà un giorno di vacanza e ferie.
Le regioni e le province autonome aventi competenza legislativa per i sistemi educativi delle comunità linguistiche riconosciute “danno attuazione alla presente legge nel rispetto dei principi di cui all’articolo 6 della Costituzione”.
La legge non prevede “nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
Al Senato la Lega Nord ha protestato contro il provvedimento e ha annunciato il voto contrario del gruppo, ma in dissenso dal proprio gruppo quasi tutti i senatori si prendono un minuto di tempo per motivare la loro uscita dall’Aula e continuare a criticare l’insegnamento dell’inno di Mameli a scuola.

Tratto da qui